Guerini: "Le regole si scrivono insieme, abbiamo aspettato per sei mesi i 5 Stelle". E i grillini replicano duri: "Finito il tempo degli incontri, siamo pronti a votare in Aula"
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Esiste la possibilità di riforme condivise, ma l'appoggio del M5S è una possibilità, non un vincolo. Lo spiega il vicesegretario del Pd Lorenzo Guerini il giorno dopo l'incontro tra Partito Democratico e grillini. "Abbiamo aspettato per sei mesi il Movimento 5 Stelle, finalmente sono arrivati. Bene il confronto, le regole si scrivono insieme. Se però l'obiettivo è rallentare le riforme il Pd andrà avanti per la sua strada", ha detto infatti Guerini.
"Nel corso dell'incontro, abbiamo notato i buoni propositi dal M5S che mal si conciliano, ad esempio, con la richiesta fatta al Senato di rimandare a settembre l'esame della riforma costituzionale. Se il tema è scrivere le regole insieme noi ci siamo - ha ribadito Guerini - se l'obiettivo è rallentare il cambiamento, il Pd andrà avanti sulla sua strada".
Luigi Di Maio: "Nostra posizione chiara da 25 giorni" - Sulla vicenda del Senato elettivo "non abbiano idee comuni, abbiamo parlato già più volte di questo argomento anche nel carteggio che ci è stato in questi 25 giorni". Lo ha detto il vicepresidente della Camera, Luigi Di Maio, parlando a Portici dell'incontro avuto ieri con la delegazione del Pd e col presidente del Consiglio, Matteo Renzi. Per De Maio "l'obiettivo non è raggiungere una intesa sul Senato elettivo o non, ma un'intesa punto per punto sulle cose che secondo noi possono essere condivisibili".
Il M5S: "Finito il tempo degli incontri" - Sul blog di Grillo, la delegazione del M5S chiude la porta a un nuovo incontro. "Ieri al tavolo si è ipotizzato un altro appuntamento. Ma al momento si preferisce la ratifica degli attuali punti fin qui negoziati da parte dei nostri iscritti. Saremo pronti a votare la legge elettorale, inclusiva delle preferenze, direttamente in Aula. Ci dispiace per il Pd ma non c'è più tempo". Per Luigi Di Maio, però, non s tratta assolutamente di una chisura: "Non mio sembra - spiega - Anzi, abbiamo dato un'accelerata al dibattito perché l'ennesimo tavolo sulle riforme sarebbe stato stucchevole. Ma, finiti i tavoli, non significa che è finito anche il confronto: ci aspettiamo che le preferenze siano nella legge elettorale in Aula. Il Pd dia una risposta".