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Poletti: "Sui nuovi assunti non cʼè guerra di numeri, ora 100mila posti"

Il ministro del lavoro chiude la polemica sui "miseri" 13 posti di lavoro in più sorti nei primi due mesi del 2015, stando alle stime Inps, diverse da quelle del Governo

giuliano poletti
tgcom24

Sugli effetti del Jobs Act per l'occupazione, "non c'è nessuna guerra di numeri": così il ministro del Lavoro Giuliano Poletti ha detto a margine dell'incontro organizzato a Milano da Manpower Group su Garanzia Giovani. Sulle aspettative del Governo riguardo i posti che nasceranno quando la riforma sarà a pieno regime, il ministro ha dichiarato ai microfoni di Tgcom24 che "i numeri che ci sono sono numeri che fanno riferimento a situazioni diverse e su banche dati diverse, quindi i numeri sono quelli che sono stati dati ma vanno letti per quelli che sono".

"Noi abbiamo un'aspettativa che guarda in due direzioni", ha poi continuato Poletti: la prima è "una forte conversione di contratti a tempo determinato, di collaborazione e comunque precari in contratti a tempo indeterminato". Il primo effetto positivo di questo cambiamento sarà - rileva - la possibilità per un maggior numero di lavoratori "di accedere un mutuo bancario".

In secondo luogo, "le istituzioni - ha aggiunto il ministro - che fanno le previsioni sull'andamento dell'economia nel nostro paese calcolano che ci saranno 100mila posti di lavoro in più, lo dice Nomisma, lo dicono altri soggetti. Io mi auguro - ha concluso - che succeda qualcosa di meglio, però stiamo a quelle previsioni che non sono del ministro ma sono degli istituti che fanno di mestiere le previsioni".

Il riferimento è in particolare ai dati diffusi il 10 aprile dall'Inps secondo cui le assunzioni (escluso il pubblico impiego, il lavoro domestico e gli operai agricoli), nei primi due mesi del 2015 sono state 968.883, appena 13 in più rispetto allo stesso periodo del 2014. Il dato aveva fatto discutere perché era di gran lunga differente rispetto alle stime ottimistiche fatte dal Governo sulle assunzioni nei primi mesi dell'anno.

Il ministro è intervenuto anche riguardo le possibili destinazioni del cosiddetto "tesoretto". Su queste risorse ha spiegato, "al momento non c'è nessuna decisione" e il premier Renzi "ha detto molto chiaramente che nelle prossime settimane approfondiremo questo tema". L'orientamento generale è "riferibile alle problematiche sociali più acute", ha aggiunto e tra queste "persone che non hanno il lavoro, famiglie povere con più figli" e anche "chi perde il lavoro ed è avanti con l'età e non arriva al pensionamento".