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Palagiustizia Bari, penalisti fanno ricorso contro il decreto legge: sospesi opportunità lavorative e stipendio

Gli avvocati si sono rivolti alla Corte Ue per i diritti umani per lo stop dei processi non urgenti fino al 30/9. "Vogliamo essere risarciti": il ministero è stato anche citato dinanzi a un giudice di pace

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Un giovane avvocato, Fabio Di Nanna, ha fatto ricorso alla Corte Ue dei diritti umani contro il dl sul Palagiustizia di Bari, inagibile da sette mesi.

La misura firmata dal ministro Alfonso Bonafede ha indicato uno stop dei processi non urgenti fino al 30 settembre, per garantire il trasloco della struttura nelle sedi opportune. Ma così, accusano gli avvocati, "perdiamo lavoro e guadagni". L'iniziativa è stata promossa dalla Camera penale.

Oltre al ricorso, il ministero della Giustizia è stato citato per danni al giudice di pace di Bari. "Il caso di Fabio Di Nanna - spiega la Camera Penale - è simile a quella di tanti giovani avvocati penalisti, costretti a subire uno stop proprio all'inizio dell'attività e quindi a soffrire, da un lato, la perdita di guadagno e di opportunità lavorative e, dall'altro, l'infruttuoso esborso dei costi d'iscrizione alla Cassa previdenziale".

Nel decreto assenti misure sul piano logistico - "È un altro fronte su cui attaccare l'ingiusto e sconsiderato decreto legge - spiega il presidente dei penalisti baresi Gaetano Sassanelli - con cui lo Stato ha pensato di risolvere comodamente l'annosa questione delle criticità edilizie e funzionali dello stabile di via Nazariantz, solo sul piano procedimentale, senza prevedere misure logistico - previdenziali di contrappeso per porre rimedio a quello che è frutto solo della sua insipienza".

"Il 24 luglio i lavori al Senato sul dl permettino miglioramenti" - "I lavori al Senato - continua il presidente - cominceranno il prossimo 24 luglio e la Camera Penale di Bari si augura di contribuire, con le iniziative adottate, quanto meno alla possibilità di opportuni emendamenti".

Operatori statali percepiranno comuque lo stipendio, gli avvocati no - Per quanto riguarda l'atto di citazione risarcitorio davanti al giudice di pace di Bari per danno ingiusto, i penalisti, tramite l'avvocato Ascanio Amenduni, hanno eccepito l'illegittimità costituzionale del decreto ritenendo "ingiusto che tale situazione di sostanziale impedimento dell'attività professionale penale, costituzionalmente garantita nell'interesse dei cittadini, debba ricadere solo sugli avvocati, senza conseguenze risarcitorie a carico del Ministero: gli altri operatori di giustizia, infatti, continuano a percepire regolarmente lo stipendio statale, mentre gli avvocati non possono avanzare richieste di pagamento ai propri clienti dato il rinvio delle udienze, e devono, per giunta, continuare regolarmente a sostenere i costi di gestione dello studio ed a far fronte, come se nulla fosse accaduto, agli adempimenti verso la loro Cassa Nazionale di Previdenza".

L'avvocato Amenduni ha chiesto anche la condanna sanzionatoria del Ministero della Giustizia per non aver risposto all'invito alla negoziazione assistita obbligatoria, quantificando in mille euro il danno per ciascuna udienza rinviata e altri mille euro per danni morali.