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Meloni, via il reato di tortura per far lavorare meglio gli agenti: è polemica

La replica di Fratoianni e Orfini: irricevibile e fascista

Meloni, via il reato di tortura per far lavorare meglio gli agenti: è polemica - foto 1
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La proposta di Fratelli d'Italia è chiara e riassunta in poche parole da un tweet di Giorgia Meloni: "Abolire il reato di tortura che impedisce agli agenti di fare il proprio lavoro".

Immediate le reazioni politiche e social, pronta la cancellazione del primo post e la sua sostituzione con uno più soft: "Fratelli d'Italia ha presentato due proposte di legge per aumentare le pene a chi aggredisce un pubblico ufficiale e per modificare il reato di #tortura che, così com'è codificato oggi, impedisce alle forze dell'ordine di svolgere il proprio lavoro. Difendiamo chi ci difende!"

L'ammorbidimento della leader di Fdi non basta però, a placare gli animi di chi online come la cantante Fiorella Mannoia si dice "certa che anche le forze dell'ordine trovino l'affermazione offensiva. La replica di sinistra avviene per bocca del Leu Nicola Fratoianni: "Roba da matti. O, semplicemente, da fascisti".

Ma in cosa consiste il progetto avanzato da Meloni? Si tratta di due proposte di legge: una per aumentare le pene a chi aggredisce un pubblico ufficiale e "garantire la punibilità elevando la pena"; la seconda per modificare il reato di tortura, a lungo dibattuto in Italia e introdotto nella scorsa legislatura. "Gli uomini e le donne in divisa - spiega Meloni - devono poter svolgere il loro lavoro in sicurezza e con dignita'". Con l'introduzione del reato "gli agenti sono stati mortificati" e non sono stati messi in condizione di svolgere il loro lavoro perché basta un "insulto - afferma - per rischiare pene fino a 12 anni".

Fdi punta dunque a trasformare il reato in una "circostanza aggravante", perché così come è previsto "è sproporzionato". Ma dire che la nuova legge impedisca agli agenti di "fare il loro lavoro", come twitta Meloni, "è offensivo e irricevibile", secondo il presidente del Pd Matteo Orfini. "Semmai il tema è come rafforzare quella legge per renderla più efficace nell'evitare abusi". "Qualsiasi tentativo di sfiorare il reato di tortura, per cancellarlo, sarà contrastato con tutta la nostra determinazione", afferma la segretaria di Possibile Valeria Brignone