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Quirinale, Mattarella: "Anche Leone chiese la non rieleggibilità del presidente della Repubblica"

Il capo dello Stato allontana l'ipotesi di un rinnovo del suo mandato e prende casa nella Capitale per quando dovrà lasciare il Colle

sergio mattarella, cerimonia ventaglio
Ansa

Giovanni Leone, come Antonio Segni, chiese "la non rieleggibilità del presidente della Repubblica con l'eliminazione del semestre bianco". Lo ha detto Sergio Mattarella in un incontro al Quirinale in occasione dei vent'anni dalla morte di Leone, che fu Capo dello Stato tra il 1971 e il 1978.

"Il messaggio - ha ricordato il Capo dello Stato - era stato preceduto da una conversazione con Michele Tito in cui, fra l'altro, Leone affrontava la questione europea. Avrebbe poi auspicato la elezione diretta del Parlamento europeo, realizzatasi pochi anni dopo. Il Presidente respingeva l'idea  di una tentazione egemonica dentro la CEE dei Paesi più forti per osservare, in merito all'Italia, che tuttavia diventa sempre più difficile fare valere le ragioni di 'un Paese in crisi, segnato da un clima di rinuncia".

 

La decisione di Leone - La scelta di Leone in qualità di Presidente della Repubblica "non giunse certamente inattesa. Già dal 1962, al momento dell'elezione di Antonio Segni, Leone volle sottrarsi al tentativo delle opposizioni di sinistra di contrapporlo al candidato ufficiale della maggioranza parlamentare. Ancora, nel 1964, a sua volta candidato ufficiale al Quirinale (a 56 anni!), non esitò a rinunciare per favorire la ricomposizione di un quadro politico e fu eletto Giuseppe Saragat. Tre anni più tardi fu quest'ultimo a volerlo senatore a vita per 'aver illustrato la Patria per altissimi meriti nel campo scientifico e sociale'.  E sempre a Leone avrebbe fatto ricorso Saragat con l'incarico di formare il governo nel 1968", ha ricordato ancora Mattarella.

 

Il tema della "ricucitura sociale" - Giovanni Leone "non ebbe remore ad abbandonare una responsabilità che gli era congeniale, quella di presidente della Camera. Ha mostrato coraggio e generosità a corrispondere all'interesse generale della vita della Repubblica", ha proseguito Mattarella. "C'era appena stata Piazza della Loggia e Leone si adoperò per una lenta ricucitura del tessuto sociale. E quello della ricucitura, del rammendo, è un tema che tornerà frequentemente nella pedagogia dei presidenti che si sono succeduti al Quirinale".

 

 

Mattarella cita Leone: "La pace sociale è rinuncia alle violenze" - "La pace sociale non significa rinuncia alle legittime aspirazioni e neanche alle spinte e alle sollecitazioni per farle valere: significa rinuncia al metodo della violenza e dell'intolleranza", ha affermato ancora Mattarella citando un discorso di Leone del 1971. "Negli strumenti offerti dalla Costituzione c'è spazio per tutte le aspettative. Ma c'è anche il richiamo vigoroso al rispetto delle istituzioni democratiche e alla libertà dell'individuo. Sono parole che suonano ancor oggi di estrema attualità".

 

"Nessun presidente è solo se mantiene la sua libertà" - L'esercizio delle funzioni "alle quali venne chiamato, portò anche alla definizione di Leone uomo solo", ha sottolineato il Capo dello Stato. "Forse la solitudine è essenziale alla funzione di Presidente della Repubblica. Ma nessun uomo è solo se sceglie di mantenere la sua libertà, avendo come limite l'obbedienza alla propria coscienza".

 

La nuova casa in affitto nella Capitale

Intanto, secondo quanto riporta l'Espresso, Mattarella avrebbe firmato oggi il contratto di locazione per l'affitto di una casa che diventerà la sua residenza a scadenza del mandato. L'appartamento si trova tra il quartiere Parioli e il quartiere Salario Trieste, dice il settimanale, e sarebbe stato visitato qualche settimana fa dal capo dello Stato.

 

"Serve la forza della saggezza per superare gli stalli politici" - Per Mattarella "nella vita di ogni comunità - e quella politica non fa eccezione - si manifestano momenti di stallo in cui la nave sembra rifiutarsi di proseguire, le macchine paiono smettere di funzionare. Questo, naturalmente, applicato alla vicenda politica può portare a conseguenze imprevedibili. Entrano in campo allora le forze della saggezza e della conciliazione per riannodare il dialogo, per far proseguire il cammino, per aprire nuovi orizzonti".

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