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Ius soli in salita, tra i numeri che non tornano e i sondaggi sfavorevoli

A minare il riconoscimento della cittadinanza italiana ai figli dei migranti nati sul territorio nazionale i conti al Senato e il clima ostile nel Paese

Il programma annunciato dal Partito democratico è quello di approvare lo Ius soli entro la fine di questa legislatura.

Ma a parte il clima ostile del Paese, a minare le buone intenzioni del governo ci sono i numeri: quelli al Senato, che non tornano, e quelli dei sondaggi, tutti sfavorevoli al riconoscimento della cittadinanza italiana a chi nasce sul territorio nazionale da genitori stranieri. Ma andiamo con ordine.

I numeri. Al Senato sono 50.074 gli emendamenti previsti allo Ius soli (di questi 49.745 presentati dalla Lega),Pd, Mdp e Ap, ma anche M5s non hanno depositato finora proposte di modifica, anche se i centristi fanno sapere di averne pronte. Il nodo è proprio in Alleanza popolare: il partito di Alfano ha più volte manifestato perplessità sul provvedimento, quindi in termini di voti è difficile contare sul suo sostegno in Aula. Improbabile anche il via libera dei 17 membri di Gal; il M5s è contrario (seppur con non pochi malumori interni), mentre sperare che Forza Italia possa fare al centrosinistra il "favore" di uscire dall'aula è praticamente impossibile. Dunque rimarrebbe la fiducia: l'idea che si sta facendo largo ora è di approvare lo Ius soli prima e non dopo la legge di bilancio, facendo affidamento anche sulla fiducia da porre sul provvedimento, ma dal momento che uno dei partiti della maggioranza, cioè Ap, ha manifestato più di una perplessità su quel provvedimento resta una strada impraticabile.

I sondaggi. Già prima della pausa estiva, quando il Partito democratico sperava ancora di mandare in porto questo provvedimento, dai sondaggi emergeva che lo ius soli faceva perdere al Pd due punti in percentuale al mese. Ora, dopo i fatti di Rimini, l'opinione degli italiani sulla legge che assegna la cittadinanza ai minori nati nel nostro Paese da genitori stranieri si è ulteriormente inasprita.