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Ignazio Marino contrattacca: "In mia assenza Roma era sotto controllo"

Dopo le critiche ricevute per lo scandalo del funerale dei Casamonica e della sua vacanze negli Usa, il sindaco dice la sua. "Io, minacciato, ero negli Stati Uniti per poter vivere qualche giorno senza scorta"

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Il sindaco di Roma passa al contrattacco. Dopo le critiche ricevute nelle ultime settimane, Ignazio Marino spiega che in sua assenza "la città è stata assolutamente sotto controllo grazie al mio straordinario staff". Ospite di "Otto e mezzo" ha poi rivelato di essere andato negli Stati Uniti "per motivi al di fuori della mia volontà: negli ultimi mesi ho ricevuto diverse minacce di morte, volevo 14 giorni con la famiglia senza girare con la scorta".

Dal funerale-show di Casamonica alle vacanze negli Stati Uniti, dal Giubileo ai rapporti con il premier Matteo Renzi. Per il sindaco Marino l'ultimo periodo è stato un fuoco di fila di accuse e critiche. Ospite di Lilli Gruber ha deciso di passare al contrattacco. Riferendosi al funerale di Vittorio Casamonica, il sindaco precisa che "non c'era davvero alcuna emergenza. Quello che è accaduto - sottolinea - è un funerale in cui una famiglia ha voluto manifestare e spettacolarizzare la morte di un essere vivente per mandare dei messaggi ai vivi e quel giorno, pochi minuti dopo aver appreso la notizia, sono stato informato e siamo intervenuti subito con delle dichiarazioni di condanna".

In merito alla sua assenza negli Stati Uniti, Marino ha voluto spiegare che non si trattava di una semplice vacanza. "Mi trovavo negli Stati Uniti per motivi al di fuori della mia volontà - racconta -, perchè negli ultimi mesi ho ricevuto diverse minacce di morte. Io che ho iniziato il mio mandato andando in bicicletta adesso devo muovermi con tre macchine e 6 uomini di scorta. Io davvero volevo 14 giorni con mia moglie e mia figlia senza girare con le persone armate".

Alla domanda se abbia pensato alle dimissioni, Mrino torna a ribadire di voler restare a Palazzo Senatorio, confermando gli "ottimi rapporti" con Renzi e il contrasto con il Pd romano, i cui consigli - dice lui stesso - lo avrebbero portato a nominare "come vicesindaco e come capo della polizia locale due persone agli arresti". "Voglio cambiare Roma e sono sicuro che lo stiamo facendo - chiosa -. Abbiamo fatto cambiamenti che rimarranno nella storia di questa città. Pensare a dimettermi significherebbe tradire il voto del 64% dei romani".

E sul Giubileo ormai alle porte e sul ruolo assegnato dal governo al prefetto Gabrielli, nominato da Palazzo Chigi "supervisore" dell'Anno Santo? "Non mi sento assolutamente commissariato - conclude Marino -. Sono straordinariamente positivo rispetto alla figura del prefetto Gabrielli. Secondo me è la persona ideale nel momento in cui affrontiamo il Giubileo straordinario".