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Ddl riforme, la minoranza Pd apre "Ci sono le condizioni per lʼintesa"

I capigruppo dei partiti che sostengono il governo presenteranno emendamenti per venire incontro alle richieste delle opposizioni. Grasso dopo le polemiche: "Bene il dialogo, sono ottimista".

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Riunione della minoranza Pd al Senato sul ddl riforme. Al termine dell'incontro si è deciso che, in questa fase, la minoranza ripresenta i suoi emendamenti al testo. C'è apprezzamento per l'apertura in direzione sul comma 5 e fonti interne alla minoranza dicono che "ci sono le condizioni per un'intesa". Intanto i capigruppo dei partiti di maggioranza starebbero per presentare una decina di emendamenti per mediare con le opposizioni.

Spiragli arrivano anche dalla riunone tra gli esponenti della minoranza del partito e alcuni della maggioranza che si è svolta in serata. "Il clima era buono" e, "come lo ero all'inizio sono fiducioso" ha detto il sottosegretario alle Riforme Luciano Pizzetti. "Ci sono ancora dei punti "tecnico-politici da approfondire. Domani mattina faremo le verifiche e si decide". In particolare occorrono ancora degli approfondimenti su come "inserire nel contesto" del ddl le modifiche al comma 5 dell'art.2.

Le proposte di modifica riguarderanno diversi punti del ddl riforme e non solo quello relativo alla scelta dei senatori-consiglieri. Qualora questi emendamenti venissero incontro alle richieste della Lega, potrebbero "dissuadere" il senatore Roberto Calderoli dalla presentazione di una mole di emendamenti in Aula.

Dal "tavolo tecnico" per la messa a punto degli emendamenti stessi ne sarebbe emerso poi uno per modificare il comma 5 dell'articolo 2, come richiesto dalla minoranza Dem. Si frena, invece, nel Pd, sull'ipotesi di cambiare il quorum di elezione per il presidente della Repubblica.

La minoranza Dem aspetta Grasso - Il mantenimento dei 17 emendamenti al testo, con le 28 firme dei senatori della minoranza, è dovuto anche al fatto che il presidente Pietro Grasso debba ancora pronunciarsi sull'emendabilità all'articolo 2. Fonti della minoranza osservano come la soluzione migliore sarebbe la modifica del comma 2 dell'articolo 2, evidenziando la necessità di vedere i testi prima di dare il via libera.

"Testi nei quali - spiegano - deve essere chiaro e inequivocabile che i cittadini decidono con il voto i senatori, mentre i Consigli regionali ratificano come presa d'atto; fissando perciò il principio in Costituzione e stabilendo i dettagli tecnici con una legge ordinaria".

Grasso: "Bene il dialogo, sono ottimista" - Proprio il presidente del Senato Grasso si dice ottimista: "Le regole non servono a garantire qualcuno oggi ma a proteggere tutti dagli abusi di domani. Per questo guardo con ottimismo ai positivi segnali di dialogo che si registrano nelle ultime ore auspicando un consenso ampio che produca una riforma coerente e funzionale all'efficienza del sistema e al rafforzamento delle garanzie democratiche".

L'ex magistrato lancia poi un monito: "Richiamo le parti politiche a non trattare la materia costituzionale come strumento di bassa politica e invito ad anteporre l'interesse generale a quelli particolari e personali. Le regole della democrazia qualificano la libertà di ciascuno di noi e vanno maneggiate con cura e cautela, misurando le parole".