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Dal 1992 al 2018 27mila innocenti in carcere: lo Stato ha speso 700 milioni di euro in risarcimenti

I numeri smentiscono il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede che in tv aveva affermato: "Gli innocenti non finiscono in cella"

"Gli innocenti non finiscono in carcere". Fa ancora discutere la frase pronunciata dal ministro della Giustizia Alfonso Bonafede in tv. A parlare, e a smentire il Guardasigilli, sono anche e soprattutto i numeri: dal 1992 al 2018, circa 27 mila persone sono state risarcite per essere finite in carcere da innocenti. "Mille all' anno, tre al giorno, uno ogni otto ore", sostiene il presidente dell' Unione Camere penali Gian Domenico Caiazza. Il costo per lo Stato, sostiene il Messaggero, è di 700 milioni di euro, 48 solo per il 2018.

Secondo l' Unione camere penali, soltato una parte degli aventi diritto rivendica effettivamente un risarcimento e non tutte le persone che lo richiedono lo ottengono. Bonafede ha poi cercato di chiarire con un post su Facebook: "Mentre si stava parlando di assoluzioni e condanne - ha spiegato - ho specificato che gli innocenti non vanno in carcere riferendomi evidentemente e ovviamente, in quel contesto, a coloro che vengono assolti (la cui innocenza è, per l' appunto, confermata dallo Stato). Ad ogni modo la frase non poteva comunque destare equivoci, perché subito dopo ho specificato a chiare lettere che sulle ipotesi (gravissime) di ingiusta detenzione, sono il ministro che più di tutti ha attivato gli ispettori del ministero per andare a verificare i casi di ingiusta detenzione. Per la prima volta ho introdotto presso l' Ispettorato in maniera strutturata il monitoraggio e la verifica dei casi di riparazione per ingiusta detenzione, anche in occasione delle ispezioni ordinarie".

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