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Chieti, sul costone della montagna riappare la scritta Dux: è polemica | La proposta: cambiare in Pax

A denunciare per primo su Facebook lʼaccaduto di Villa Santa Maria il deputato Pd Camillo DʼAlessandro che presenta unʼinterrogazione a Salvini. La replica del sindaco: "Eʼ unʼattrattiva per il paese"

L'amministrazione comunale di Villa Santa Maria, Chieti, ha riportato alla luce un'incisione nel costone roccioso sovrastante l'abitato che ha innescato la polemica politica.

E' la scritta Dux, che risale al 1943. A denunciare per primo l'accaduto via Facebook il deputato Pd Camillo D'Alessandro. "Con la scusa di creare percorsi 'educativi e formativi', - ha scritto, - il Comune ha riesumato una vecchia scritta inneggiante al duce. E così oggi è nuovamente leggibile quel vergognoso Dux che giustamente il tempo aveva cancellato". Pronta la risposta del sindaco: "E' un'attrattiva per il paese". Intanto D'Alessandro promette battaglia in Parlamento: "E' inaccettabile, deposito un'interrogazione per chiedere al ministro Matteo Salvini che venga rimossa". E scrive al primo cittadino: "Cambiare Dux in Pax".

Nota per essere la patria dei cuochi, sede di un Istituto alberghiero prestigioso che prepara chef per i migliori ristoranti del mondo, e per aver dato i natali nel XVI secolo a san Francesco Caracciolo, considerato il patrono dei cuochi, Villa Santa Maria è un comune di 1.300 abitanti in provincia di Chieti.

Dal 2015 l'amministrazione comunale, guidata dal riconfermato sindaco Giuseppe Finamore, che si definisce un moderato di centro, sta portando avanti, con fondi comunali e una spesa complessiva di 50mila euro, la realizzazione, proprio su quel costone, di percorsi di arrampicata. "Quella incisione è sempre stata lì, - si giustifica il primo cittadino. - A fine Anni '90 era stata coperta dalla polvere dei lavori di messa in sicurezza del costone, costati 3 miliardi e mezzo di lire, ma le piogge acide l'avevano già in parte ripulita".

"Noi - continua il sindaco - abbiamo un progetto di valorizzazione turistica per realizzare 52 vie di risalita per arrampicata su quella parete: dovevano essere ripuliti i cespugli, i rami ed è stata ripulita anche la scritta. Io non ho nessuna intenzione di ricoprirla, è sempre stata là, noi siamo cresciuti con quella scritta che non inneggia a niente, è una scritta che c'era, e se serve da attrattiva per far venire gente nel mio paese va benissimo".

"La nostra volontà - conclude - è la sicurezza dei cittadini e cercare di utilizzare questa parete con una programmazione turistica per fare venire rocciatori; il mio interesse è portare gente a Villa Santa Maria, devo cercare di far vivere un paese che è nelle zone interne e dal mio punto di vista è svantaggiato. Se l'onorevole D'Alessandro fa l'interrogazione va bene, perché comunque fa parlare di questo percorso turistico che io sono intenzionato a realizzare: è un mio vecchio pallino e andrà avanti fino al 2023, fino a quando sarò sindaco".

D'Alessandro, come promesso, ha presentato 'interrogazione con cui chiede al ministro Salvini di intervenire per rimuovere "uno dei simboli fascisti inneggianti a Benito Mussolini, quale scelta consapevole di un Paese democratico che non ammette il riemergere di simboli appartenenti a un passato che non hanno nulla di storico, né meritano di essere rievocati, da giustificare la scelta dell'amministrazione comunale". "Il fascismo non è un'opinione, è un crimine. E come tale va trattato. E' vergognosa la risposta del sindaco: siamo al limite dell'apologia di fascismo", conclude.

D'Alessandro scrive al primo cittadino: "Cambiare Dux in Pax" Dopo il primo scambio di battute al vetriolo, Camillo D'Alessandro scrive al sindaco di Villa Santa Maria con il proposito di smorzare la tensione e riportare la calma. La proposta è di cambiare la scritta "Dux" in "Pax". "In attesa della risposta del ministro Salvini - spiega il deputato Pd alla stampa locale, - ho ritenuto mio dovere scrivere, da parlamentare della Repubblica nata dalla lotta della Liberazione, una lettera pubblica al Sindaco di Villa Santa Maria con la quale chiedo al Sindaco di andare oltre, di non aggrapparsi alla scusa della storia, ma di fare la storia, trasformiamo la scritta Dux in Pax".

"Quella scritta - spiega D'Alessandro, - a pochi chilometri dal Sacrario della Brigata Maiella, è inaccettabile, ma, nell'ambito della promozione sportiva delle scalate sulla roccia, inauguriamo le "scalate della pace", a perenne memoria di ciò che è stato e di ciò che non dovrà più essere".