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Scuola, Giannini: "E' grave se i presidi discriminano le donne"

Secondo i sindacati degli insegnanti ci sono stati casi di abuso durante i colloqui per lʼassunzione. Il ministro: "Abbiamo gli strumenti per censurare le storture"

I presidi non discriminino le donne nei colloqui per la chiamata diretta, in particolare con domande su figli o gravidanze.

Interviene duramente il ministro dell'Istruzione Stefania Giannini per bloccare subito i primi "casi di discriminazione e umiliazione" segnalati dai sindacati in quella che è una delle novità dell'anno: l'individuazione da parte dei dirigenti scolastici dei docenti per competenze come previsto dalla Buona Scuola.

Il ministro chiede approfondimenti - "Se qualche dirigente ha davvero chiesto alle docenti informazioni sui figli e su possibili aspettative in caso di gravidanze è grave", ha detto il ministro. "Non è questo lo spirito dell'individuazione per competenze degli insegnanti voluta dalla legge 107. Ho chiesto un approfondimento agli Uffici Scolastici Regionali e invito le insegnanti a segnalare questi casi agli Uffici. Ora - ha aggiunto - abbiamo tutti gli strumenti per censurare le storture, grazie anche al nuovo sistema di valutazione dei dirigenti scolastici approvato a giugno".

Le segnalazioni arrivate dai sindacati - Le segnalazioni di colloqui non appropriati, in particolare nelle Marche, è venuta dai sindacati: "Siamo alla preistoria dei diritti essenziali della persona: la denuncia parte dalle Marche, nelle scuole i presidi pretendono 'garanzie' anacronistiche. Maternità e figli piccoli sono fattori discriminanti", ha affermato il segretario generale della Uil Scuola, Pino Turi.

"Dare poteri discrezionali ad una sola persona, senza prevedere validi contrappesi, è un errore che va subito corretto, la contrattazione è lo strumento giusto e il rinnovo del contratto può essere la sede per farlo. Se ne convincano i 'falchi' che hanno determinato la rottura del dialogo che - ha concluso Turi - va subito ripreso".

"Numerosi casi di discriminazioni" - "Com'era prevedibile - ha rilanciato Domenico Pantaleo, segretario generale Flc Cgil - la chiamata diretta dei docenti dagli ambiti alle scuole sta determinando numerosi casi di discriminazioni e umiliazione, in particolare nelle donne. La chiamata diretta non solo calpesta la costituzione perché cancella la libertà di insegnamento, ma anche perché mette in discussione diritti sociali e civili fondamentali. Il Parlamento intervenga immediatamente per evitare che le scuole si trasformino in aziende, con un mercato senza regole, eliminando libertà e democrazia".

Cos'è la "chiamata diretta" - La "chiamata diretta" è una delle novità dell'anno scolastico 2016/17: per la prima volta gli insegnanti non verranno più assegnati alle istituzioni scolastiche attraverso meccanismi legati a punteggi e anzianità, ma con un sistema che consentirà alle scuole di individuare fra i docenti presenti nel loro ambito territoriale quelli che più corrispondono, per profilo, alle necessità dell'offerta formativa.

La novità del video-curriculum - Uno dei passaggi della nuova procedura è il caricamento del curriculum da parte degli insegnanti nel sistema Miur, affinché possa essere visionato dai dirigenti scolastici che devono individuare i docenti per la copertura dei posti vacanti. Gli insegnanti di infanzia e primaria hanno potuto inserire (oltre 20 mila pari al 92% della platea interessata) il curriculum dal 29 luglio fino al 4 agosto. Dal 6 fino al 9 agosto è stato il turno degli insegnanti delle medie (circa 11 mila, pari al 93%), mentre i prof delle secondarie di II grado potranno iniziare a caricare i propri curricula dal 18 agosto.