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Banca Etruria, M5s: "Boschi si dimetta dopo le rivelazioni di De Bortoli"

Secondo lʼex direttore del Corriere, lʼallora ministro delle Riforme chiese allʼa.d. di Unicredit di valutare lʼacquisizione dellʼistituto toscano. Lei si difende: "Non ho mai fatto nulla di simile"

Banca Etruria, M5s:
ansa

Il M5s chiede le dimissioni della Boschi dopo le anticipazioni del libro "Poteri forti (o quasi)" di De Bortoli sull'esponente del governo e sugli affari di famiglia.

L'ex direttore del Corriere della Sera accusa "l'allora ministro delle Riforme" di non aver avuto problemi a "rivolgersi all'a.d. di Unicredit, Federico Ghizzoni, per chiedergli di valutare un'acquisizione di Banca Etruria", la banca, poi fallita, di cui il padre era vicepresidente.

Boschi: "Tutto falso, sfido chiunque a dimostrare il contrario" - Immediata la replica della Boschi, che parla di "storia che viene ciclicamente chiamata in ballo per alimentare polemiche". "Vediamo di essere chiari - spiega il sottosegretario alla presidenza del Consiglio - : non ho mai chiesto all'ex a.d. di Unicredit, Ghizzoni, né ad altri, di acquistare Banca Etruria. Ho incontrato Ghizzoni come tante altre personalità del mondo economico e del lavoro ma non ho mai avanzato una richiesta di questo genere". "Sfido chiunque e ovunque a dimostrare il contrario", continua la Boschi, spiegando di aver affidato "la pratica ai legali per tutelare il mio nome e il mio onore".

Grillo: "Valuteremo possibili azioni giudiziarie" - Sul fronte Cinquestelle l'attacco è frontale. "Boschi vada a casa o faremo di tutto per mandarcela noi. E valuteremo anche possibili azioni sul fronte giudiziario", si legge sul blog di Beppe Grillo. "Il governo 'Renziloni' non è adeguato a mandare avanti il Paese in un momento così difficile, anche in considerazione del peso enorme che la sottosegretaria, a colpi di circolari accentratrici, continua ad avere nell'esecutivo attuale". "Dovrebbe dimettersi all'istante dopo aver chiesto scusa agli italiani - aggiunge Alessandro Di Battista -. Diceva che non si era mai interessata alla banca di famiglia ma è solo una bugiarda. Se non si dimetterà la costringeremo ancora una volta a venire in aula con una mozione di sfiducia. Il M5S non molla".

Salvini: "E' dentro fino al collo, si dimetta" - Anche la Lega chiede un passo indietro della Boschi. "Subito le dimissioni - attacca Matteo Salvini -. Nell'affare banche c'è dentro fino al collo... La Lega non dimentica: che fine ha fatto la nostra richiesta di una commissione d'inchiesta su Bancopoli? Sepolta in un cassetto?".

Rosato: "I grillini smettano di fare gli aspiranti pm" - Nello scontro politico, a difesa della Boschi interviene il capogruppo Pd alla Camera, Ettore Rosato. "E' vergognoso e strumentale l'attacco M5S a Boschi teso unicamente a coprire i disastri di Roma o l'inchiesta sulle firme false a Palermo. Si occupino dei problemi della gente e non di fare gli aspiranti pm visto che non hanno né i criteri morali né le capacità giuridiche".

Unicredit non commenta - Unicredit, da parte sua, non ha rilasciato alcun commento ufficiale. Fonti vicine alla banca interpellate dall'agenzia di stampa Ansa hanno però affermato che la banca non ha subito pressioni politiche per l'esame di dossier bancari.

Fico: "Il governo sfiduci la Boschi" - "Come capogruppo M5s dico che le prime cose che chiederemo saranno l'immediata calendarizzazione per dare via alla Commissione di inchiesta sulle banche. Poi chiederemo l'informativa urgente a Gentiloni: chiediamo che siano levate le deleghe a Boschi". Lo dice il capogruppo M5s alla Camera, Roberto Fico, che aggiunge: "Si tratta di una vera e propria sfiducia che chiediamo tramite il governo".

Le anticipazioni del libro di De Bortoli - A scatenare le polemiche sono state le anticipazioni del libro di Ferruccio De Bortoli, nel quale l'ex direttore del Corriere della Sera ricostruisce la vicenda. "L'allora ministra delle Riforme - si legge - nel 2015 non ebbe problemi a rivolgersi direttamente all'amministratore delegato di Unicredit. Maria Elena Boschi chiese quindi a Federico Ghizzoni di valutare una possibile acquisizione di Banca Etruria. La domanda era inusuale da parte di un membro del governo all'amministratore delegato di una banca quotata. Ghizzoni, comunque, incaricò un suo collaboratore di fare le opportune valutazioni patrimoniali, poi decise di lasciar perdere".