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Balneari, dietrofront di Fratelli d'Italia: non proroga le concessioni

Il testo non è stato inserito tra gli emendamenti al Milleproroghe. Forza Italia ha invece segnalato due sue proposte sulla proroga, con la Lega che le ha fatti sue sottoscrivendole

Balneari, dietrofront di Fratelli d'Italia: non proroga le concessioni - foto 1
Ansa

Sul dossier balneari Fratelli d'Italia fa dietrofront e non proroga le concessioni, spiazzando gli alleati di maggioranza.

Il partito di Giorgia Meloni ha infatti deciso di non inserire tra gli emendamenti al Dl Milleproroghe, segnalati dal proprio gruppo al Senato, quello che mirava a eliminare il termine del 31 dicembre 2023 per la validità delle concessioni balneari, prorogandole senza una fine certa. Forza Italia ha invece segnalato due suoi emendamenti sulla proroga, con la Lega che li ha fatti suoi sottoscrivendoli.

 

Quello dei balneari è uno dei temi che ha compattato il centrodestra anche sotto il governo Draghi, allora diviso tra Forza Italia e Lega che sostenevano l'esecutivo e Fratelli d'Italia che si opponeva. Uno degli emendamenti odierni del partito di Silvio Berlusconi, che confermano la "linea", proroga le concessioni di un anno, l'altro di due. Da Forza Italia si preferisce tuttavia evitare di parlare di "rottura" nella maggioranza. "Siamo sempre disponibili a vederci e trovare una soluzione tra di noi", aggiungono fonti del partito di Berlusconi.

 

 

La scelta di Fratelli d'Italia

 A fronte dei 1.200 emendamenti al Milleproroghe presentati dai partiti nelle commissioni Bilancio e Affari costituzionali del Senato, i gruppi si sono impegnati a indicare entro lunedì alle 15 i "segnalati", cioè quelli che verranno davvero discussi e votati. Ebbene, FdI ha anticipato i tempi indicando già sabato i propri emendamenti segnalati. Tra questi non figura quello sui balneari.

 

 

L'emendamento

 La proposta di modifica al decreto abrogava il termine del 31 dicembre 2023, indicato da Consiglio di Stato e confermato dal ddl Concorrenza del governo Draghi, per la validità delle attuali concessioni. Questo termine implica l'approvazione entro l'anno in corso della riforma e della successiva messa a gara delle concessioni. La prima firma di Lavinia Mennuni, senatrice vicina a Meloni, dava autorevolezza all'emendamento, che avrebbe rappresentato una prova muscolare contro Consiglio di Stato e Ue. Mennuni ha presentato anche un secondo emendamento che sposta solo in avanti il termine di un anno.

 

Le proposte di Forza Italia e Lega

 Simile a questo secondo emendamento è la proposta FI-Lega firmata da Licia Ronzulli, Maurizio Gasparri, Gianmarco Centinaio e Roberto Marti che fa slittare la proroga di due anni, al 31 dicembre 2025, ma mantiene un termine. Gli stessi Centinaio e Marti hanno presentato un altro emendamento che istituisce un tavolo tecnico presso il Ministero delle Infrastrutture per varare la riforma, in attesa della quale rimangono valide le concessioni, senza un termine perentorio: proprio come prevede l'emendamento Mennuni.

 

 

Il braccio di ferro con il Consiglio di Stato e l'Ue solleva dei dubbi, di cui si è fatto portavoce il sindaco di Rimini, Roberta Frisoni, che definisce "palliativo" questo prolungamento del limbo normativo. In questo contesto Matteo Salvini ha detto di mirare a "chiudere positivamente entro l'estate" il dossier "coinvolgendo le associazioni di categoria". "Ho parlato con Giorgia Meloni e abbiamo un'idea che coincide, quindi conto che anche questo dopo anni e anni di attesa sia un dossier che il nuovo governo vada a chiudere", ha detto, salvo il dietrofront del gruppo di FdI giunto dopo pochi minuti.

 

Le reazioni politiche

 "Dalla maggioranza di destra giunge l'ennesimo segnale di confusione", ha commentato Osvaldo Napoli di Azione, sottolineando il nuovo caso di divisione del centrodestra. "Siamo all'actor studio" ha invece ironizzato Raffaella Paita, capogruppo di Iv, sull'improvvisa inversione a u di Fdi. "Anche sui balneari il Governo Meloni arranca, indeciso a tutto", stigmatizza Benedetto Della Vedova (+Europa) che chiede la messa a gara delle concessioni.

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