politica

Calderoli indagato per vilipendio

Rischia multa fino a 5000 euro

20 Feb 2006 - 17:23

L'ex ministro Roberto calderoli è indagato dalla procura di Roma per l'ipotesi di reato di vilipendio alla confessione religiosa. L'indagine è stata avviata d'iniziativa dopo l'intervento di Calderoli alla trasmissione di Clemente Mimum durante la quale ha mostrato una maglietta con le vignette anti islamiche. Il reato, che è stato depenalizzato, prevede una multa da 1000 a 5000 euro.

Il fascicolo è stato aperto d'ufficio dalla procura di Roma, nei giorni sucessivi, tuttavia, sono arrivate alcune denunce: in particolare una della Federconsumatori ed un'altra dell'avvocato romano Tommaso Mancini nelle quali si contesta all'ex ministro l'offesa alla religione, mediante vilipendio. L'iscrizione dell'esponente leghista nel registro degli indagati è avvenuta in concomitanza con la riforma dell'articolo 404 del codice penale. In base alla vecchia norma l'ex ministro avrebbe rischiato una pena fino a 2 anni di reclusione ma con il nuovo testo di legge già approvato dal parlamento e in via di pubblicazione sulla gazzetta ufficiale la sanzione prevista va da mille a cinquemila euro.

Nel suo esposto l'avvocato Mancini formula un'altra ipotesi di reato rispetto a quella del vilipendio. Il penalista spiega che "non interessano in questa sede gli effetti devastanti che l'atteggiamento tenuto da Calderoli ha causato sul piano politico e internazionale, ma come cittadino e come operatore del diritto, non posso non censurare sul pinao penale la condotta prevista nell'articolo 244 del codice penale". "Tale norma - si legge nella denuncia - punisce chi compie atti ostili verso uno Stato estero che espongono lo Stato italiano al pericolo di guerra".

A giudizio del penalista, come si legge nell'eposto, "ciò che interessa maggiormente e che integra la condotta tenuta da Calderoli è il secondo comma di tale norma dove è stabilito che "qualora gli atti ostili siano tali da turbare soltanto le relazioni con un governo estero, ovvero da esporre lo Stato italiano o i suoi cittadini ovunque residenti, al pericolo di rappresaglie o di ritorsioni, la pena è della reclusione da tre a 12 anni".

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