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Caso Berlusconi, Letta e Alfano "distanti"

Al vertice, durato quasi tre ore, si è discusso della "agibilità politica" del leader del Pdl. "Passi in avanti", invece, sulla questione Imu in agenda del Cdm del 28. Epifani: "La giustizia è uguale per tutti. Le sentenze vanno fatte eseguire"

Ansa

Termina con un quasi nulla di fatto, dopo tre ore, il vertice a Palazzo Chigi tra il premier Enrico Letta ed il vicepremier e segretario Pdl, Angelino Alfano, sull'agibilità politica di Silvio Berlusconi. Le loro posizioni restano "distanti" dopo un "duro confronto". "Passi in avanti", invece, sulla riforma dell'Imu che dovrebbe approdare in consiglio dei ministri il 28 agosto.

Alfano avrebbe fatto presente che non è possibile che un partito resti dentro la coalizione se l'altro partito della coalizione fa decadere il leader del partito alleato per un atteggiamento pregiudiziale del Pd che non tiene conto del parere di illustri giuristi che esprimono dubbi sulla retroattività della legge Severino.

Pdl: "Non faremo cadere il governo" - Il Pdl non ha intenzione di far cadere il governo, che ha fortemente voluto nell'interesse del Paese, ma non va bene a a questo fine l'atteggiamento del Pd, fanno sapere ancora fonti del partito.

Il faccia a faccia tra Letta e Alfano conferma tuttavia che il governo è in bilico. La soluzione per garantire l'agibilità politica di Berlusconi non c'è. "Io non posso dire al Pd di non votare per la decadenza, la giunta decide secondo criteri giuridici e non politici. A questo punto sta a voi decidere che cosa fare", avrebbe spiegato il premier ad Alfano. Tra due giorni Berlusconi tornerà a riunire i suoi in un vertice ad Arcore per capire come muoversi. L'unico spiraglio che sembra possibile è quello di prendere tempo in giunta, con il tema della retroattività della legge Severino. Una possibilità che permetterebbe al governo di andare avanti un altro mese chiudendo così la finestra del voto in autunno.

Epifani: "Giustizia è uguale per tutti" - "In uno Stato democratico il principio di legalità è un principio a cui tutti devono soggiacere, perché davvero la giustizia deve essere uguale per tutti". Lo ha detto il segretario del Pd, Guglielmo Epifani, riferendosi al caso Berlusconi. "Le sentenze vanno rispettate e fatte eseguire. Non è una battaglia contro Berlusconi - sottolinea Epifani - ma in favore di uno Stato di diritto. Fa bene Letta a proseguire la sua azione di governo". "Nessuno ci farà cambiare idea e nessuno può tirarci per la giacchetta. Per noi la bussola sono gli interessi del Paese, e lo ripeto, che vengono prima degli interessi dei democratici e ancor prima di quelli di un'unica persona", ha ricordato Epifani parlando dal palco della Festa del Pd di Siena, commentando la fine del vertice Letta-Alfano. "Speriamo che nessuno voglia assumersi la responsabilità del tanto peggio tanto meglio. Sarebbe davvero paradossale che dopo aver visto perdere il lavoro, visto le aziende chiudere, giovani che non trovano lavoro, si aprisse una crisi al buio in queste condizioni".

"Pdl votò legge Severino" - "Pd, Pdl e il gruppo di Casini, al termine del governo Monti, votarono la legge secondo cui se si è condannati in pena definitiva ad almeno due anni si decade con un voto del Parlamento e non si può essere ricandidati. La legge - ha aggiunto Epifani - fu fatta per evitare di avere condannati in Parlamento per reati particolarmente gravi. Quella legge la votarono tutti compreso il Pdl. Come si può obiettare ora qualcosa? Se tu non rispetti le leggi che voti, che senso ha promulgare delle leggi e avere uno stato di diritto?".