Il vicesegretario del Pd, incaricato dal presidente della Repubblica Napolitano di formare il nuovo governo, inizierà già oggi le sue consultazioni a Montecitorio. Forse lunedì la fiducia alle Camere
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Enrico Letta tornerà probabilmente domenica al Colle per sciogliere la riserva sul governo. E' quanto si apprende da fonti vicine al premier incaricato. La fiducia del Parlamento è prevista per lunedì. Quanto ai numeri del governo ci si muoverebbe sul solco di Monti, quindi intorno ai 18 ministri. Letta ha avuto molti incontri e colloqui, anche telefonici, in vista dell'appuntamento con Napolitano, che quasi sicuramente sarà non prima di domenica.
Una parte del lavoro svolto ieri ha riguardato la parte organizzativa, soprattutto con lo staff. Insomma, si fa sapere da fonti a lui vicine, Letta intende condurre in porto la nascita del governo senza brusche accelerazioni, ma in tempi comunque brevissimi dato che fin da questa mattina, 25 aprile, comincerà le sue consultazioni a Montecitorio. Se tutto andrà per il meglio, il presidente incaricato intende sciogliere la riserva nel week end, probabilmente proprio domenica, per poi affrontare lunedì il giudizio delle Camere. Difficile, peraltro, assicurare la presenza di tutti i parlamentari prima di lunedì.
Ben conoscendo le necessità e il funzionamento della macchina del governo, fanno osservare poi i suoi più stretti collaboratori, Letta non è intenzionato a ridurre eccessivamente il numero dei ministri. In queste ore si è parlato di 12 dicasteri, ma l'orientamento del presidente incaricato è di mantenere più o meno i criteri numerici e operativi del governo Monti: intorno ai 18 ministri. Nulla viene lasciato trapelare però sull'equilibrio tra "tecnici" e "politici" del nuovo esecutivo, nonostante le pressioni che giungono soprattutto dal Pdl per una connotazione molto politica del governo.
Enrico Letta, dal Pd a Palazzo Chigi - Dopo che martedì sera è caduta del tutto la pregiudiziale del Pd sulla nascita di un governo politico il nome di Enrico Letta ha preso forza fino a superare quello di Giuliano Amato che pure era da giorni la "prima scelta" nella rosa del Quirinale. Così in tarda serata il vicesegretario del Pd è diventato per Napolitano l'opzione più valida per cementare un'intesa Pd-Pdl che fino a qualche giorno fa sembrava fantascienza in casa Democrat. La direzione del Pd si era infatti chiusa senza veti o preclusioni su future intese con il Pdl. E anche la richiesta di un esecutivo a bassa intensità politica era caduta. Poi una notte di riflessione ha irrobustito la convinzione del Capo dello Stato che ha deciso di rischiare con Letta, confidando nella lealtà di Silvio Berlusconi e nella tenuta del Pd sul nome del suo vicesegretario.
Una serie di telefonate ha permesso a napolitano di confermare il quadro uscito dalle consultazioni e il pallottoliere del Quirinale ha confermato l'esistenza di un'ampia maggioranza e, sulla carta, di un numero limitato di parlamentari Pd dissidenti. Nonché l'apertura della Lega nord dopo lo scampato pericolo di Giuliano Amato. Solo intorno a mezzogiorno Napolitano si decide a formalizzare la scelta chiamando la stampa al Quirinale e convocando Enrico Letta alle 12.30. Giuliano Amato, informato per tempo dallo stesso Napolitano, è preparato e con fair play approva la scelta di Letta. Ma il Colle è consapevole che la strada verso il governo non è in discesa e gli agguati da destra e sinistra potrebbero renderla veramente impegnativa: per questo Napolitano ha suggerito al premier incaricato di ricercare il massimo dell'equilibrio nella composizione dell'esecutivo senza però sfilacciare i tempi di una situazione ad altissima tensione.