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Ecco chi non potrà candidarsi

Esclusi dalle elezioni i condannati in via definitiva ma anche chi ha patteggiato

LaPresse

Incandidabilità dei condannati, in dirittura d'arrivo la nuova legge. Il governo spera di farla valere già per le elezioni regionali. Domani il ministro dell'Interno incontrerà al Viminale i suoi colleghi Paola Severino (Giustizia) e Filippo Patroni Griffi (Pubblica amministrazione) per sciogliere i nodi che restano: l'obiettivo è quello di arrivare, al massimo entro 15 giorni, al varo del consiglio dei ministri.

Poi il documento passerà al vaglio del Parlamento, ma in ogni caso il governo punta ad approvarlo in via definitiva in tempo per le prossime elezioni: "Questo è sicuro", ha chiosato il ministro Cancellieri. Ma non solo: prima della fine della legislatura, il governo sarebbe intenzionato a emanare anche nuove norme sulla trasparenza e le incompatibilità degli incarichi dirigenziali.

Il dispositivo al quale sta lavorando il governo in questi ultimi giorni prevede l'incandidabilità per coloro che sono stati condannati in via definitiva, con una pena di almeno due anni, per i delitti contro la pubblica amministrazione, quali peculato, malversazione, concuccisone, corruzione e prevedere l'incandidabilità per altri delitti per i quali la legge preveda una pena detentiva superiore a tre anni. Spetta, naturalmente, al legislatore delegato determinare il termine di durata dell'incandidabilità, stabilendo che tale strumento operi comunque anche nel caso di applicazione della pena su richiesta (ovvero il patteggiamento).

L'incandidabilità riguarda le elezioni politiche, quelle europee, regionali, provinciali e circoscrizionali. Il divieto riguarda inoltre i presidenti e componenti dei consigli di amministrazioni dei consorzi ma anche quelli dei consigli e delle giunte delle unioni dei comuni. La disposizione prevede che l'incandidabilità sia temporanea e fa salve le norme penalistiche relative all'interdizione perpetua dai pubblici uffici. Il divieto si applica a tutte le cariche pubbliche: governo, ministri, viceministri, sottosegretari e scendendo a tutti gli amministratori: sindaci, presidenti di province, consiglieri comunali, ma anche presidenti e consiglieri delle Comunità montane.