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Vattimo, primo rottamatore (pentito)

Intervista al filosofo: "Nel 2002 chiesi la testa di D'Alema. Ma oggi meglio lui di Renzi"

31 Ott 2012 - 16:17
 © LaPresse

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Rottamare. Termine, oggi, politicamente inflazionato. Mantra di Matteo Renzi. Bandiera di una lotta contro la vecchia guardia del Pd. Ma se scavi nell’archivio, scopri che il sindaco di Firenze non è stato, in realtà, il primo a utilizzare quel verbo. Dieci anni fa, attirandosi le ire dei dirigenti Ds, il filosofo Gianni Vattimo (allora europarlamentare della Quercia), lo usò in polemica con Massimo D’Alema.
 “Ah … non me lo ricordavo nemmeno più”.

Lettera all’Unità. Ottobre 2002. Chiese la testa del leader Maximo: “Va rottamato”.
“E lui fece fuori me. I Ds stavano andando a destra. Bisognava fare spazio a Cofferati. Sperai fino all’ultimo che Sergio a Piazza San Giovanni usasse le stesse parole di De Gaulle ai francesi: “La sinistra sono io”. Ma non lo fece. Dopo, mi prese in disparte e mi disse: “Non potevo. Massimo mi avrebbe distrutto”. L’ennesima conferma: D’Alema era il potere. Impossibile andargli contro”.

Fassino si arrabbiò, le chiese di ritirare tutto. Disse che lei aveva usato un’espressione “inqualificabile”.
“Fassino? Inqualificabile sarà stato lui. Ha affossato il partito”.

Ma lei ritirò tutto.
“Ripensandoci, mi era sembrato eccessivo trattarli come vecchie carcasse. Ma non mi vergogno”.

E perché scelse proprio “rottamare”?
“Sono torinese. Da noi si parlava sempre di rottamazione a proposito delle auto Fiat”.

E oggi, a distanza di dieci anni, forse, è stato accontentato. D’Alema ha annunciato che non si candiderà.
“Davvero? Scusi ma non sono in Italia. Questa me la sono persa. Oggi, però, le dico la verità, non sono affatto favorevole alla rottamazione di D’Alema”.

Ha cambiato idea?! E perché?
“Gli altri sono peggio. Dilettanti. Prenda Renzi, ad esempio. Sì, un ragazzo simpatico. Ma tremendamente reazionario, conservatore. D’Alema è molto, molto antipatico ma, non lo metterei da parte. Incarna difetti e virtù del Pci. Lui non è solo Massimo. E’ anche il migliore, eheheh”.

Addirittura, ora pure i complimenti ...
“Non andrei a cena con D’Alema, sia chiaro. Di cosa potremmo parlare? Le ho già detto come la penso. Ma farlo fuori d’ufficio, no. Facciamo decidere alla gente chi rottamare. Gli elettori chi preferiscono? D’Alema o Renzi? Piuttosto, mettiamo dei limiti seri alla rielezione! Ma rottamare in base all’età non è un principio che condivido. Allora, con questo criterio, avremmo dovuto rottamare anche Napolitano?”.

Quindi lei chi voterà alle primarie?
“Io, semplicemente, non voterò alle primarie”.

Facciamo un’ipotesi di scuola, allora.
“Se devo proprio scegliere, meglio Bersani che è politicamente radicato. Lasciamo invece che Renzi continui a leggere Topolino. E se vince … sa cosa le dico? Meglio. Sarà la fine del Pd”.

Ma se vince Renzi sembra che D’Alema sia pronto a fondare un nuovo partito …
“Lo sapevo che non si sarebbe fatto davvero da parte”.

Dopo questo cambio di rotta, lei magari potrebbe essere interessato …
“Può chiamarmi, se vuole”. Ride

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