sei mesi in più

Riduzione Province, il governo sceglie il rinvioTagli dal 2014 ma affidati al governo post Monti

L'esecutivo dei tecnici deciderà in un Cdm il contestato riordino delle Province, misura che slitta di un anno. Peccato che la "patata bollente" di fatto ricadrà sotto il successore dell'attuale premier

30 Ott 2012 - 10:56
 © Tgcom24

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Retromarcia del governo sul fronte tagli alle Province. Il Cdm in un decreto legge stabilirà che non saranno più commissariate da giugno 2013 ma dal 1 gennaio 2014: in pratica la questione ricadrà nell'esecutivo post Monti. Saranno dati sei mesi in più e non vi sarà nessun commissario. A guidare la fase di transizione i presidenti uscenti. Questo vuol dire che tutte le Province (da 80 a 50) andranno, di fatto, al voto nei mesi successivi.

Le elezioni si terranno però con il nuovo sistema, vale a dire con i consiglieri eletti non più direttamente dai cittadini bensì dai consigli comunali di zona.

A chi tocca la "patata bollente"?
Si va avanti, anche se con tempi differenti, con la riduzione degli enti. Rimangono però alcuni nodi da sciogliere. Sondrio e Belluno potrebbero salvarsi, dal momento che, pur non avendo i requisiti, sono aree che rientrano interamente in montagna. Chiedono perciò di essere risparmiate dai tagli.

Speranze anche per Arezzo: la città toscana non dovrebbe superare in teoria i 350mila abitanti, soglia al di sopra della quale ci si salva. Ma secondo gli ultimi dati Istat i residenti sarebbero aumentati. Un aumento, anche se di poche unità, che signfiicherebbe la "salvezza".

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