L'esecutivo accelera con un decreto per l'accorpamento degli enti locali. Ieri hanno votato i Cal quattro Regioni. Ridotti da 4.000 a 2.700 i consiglieri provinciali
© LaPresse
Continua il lavoro del governo sul riordino delle Province. Pronto un decreto per il Consiglio dei ministri del 26 ottobre. I requisiti perché l'ente rimanga in vita sono una superficie di almeno 2.500 chilometri quadrati e 350mila abitanti. Ieri i Comitati delle autonomie locali (Cal) di quattro regioni hanno votato sul riordino, ma ci sono state molte resistenze. Oggi altre cinque al voto.
Le riunioni dei Cal (Comitati delle autonomie locali) di Liguria, Veneto, Emilia Romagna e Marche, hanno già votato le ipotesi di riordino. In base al monitoraggio effettuato dall'Upi (Unione Province italiane), in Emilia Romagna l'ipotesi prevede la riduzione delle Province dalle attuali 9 a 4 più la città metropolitana di Bologna. Rimarrebbero dunque: Piacenza-Parma; Reggio Emilia-Modena; Ferrara; Ravenna-Forlì Cesena- Rimini.
In Liguria l'ipotesi votata prevede la riduzione dalle attuali 4 a 2 più la città metropolitana di Genova. Le nuove Province liguri sarebbero dunque: Savona-Imperia; La Spezia.
Nelle Marche l'ipotesi votata prevede la riduzione delle Province dalle attuali 5 a 4. Le nuove sarebbero dunque: Ancona; Pesaro-Urbino; Macerata; Ascoli Piceno-Fermo.
In Veneto l'ipotesi votata prevede il mantenimento delle attuali 6 e l'istituzione della città metropolitana di Venezia. Le Province sarebbero Belluno; Treviso; Padova; Vicenza; Rovigo e Verona.
Il Cal Abruzzo ha già approvato la proposta di riordino il 26 settembre scorso. L'ipotesi prevede la riduzione delle Province dalle attuali 4 a 2: L'Aquila-Teramo; Pescara-Chieti
Altre Regioni al voto, oppure ci pensa il governo
Oggi sono attese le votazioni dei Cal di Lombardia, Toscana, Campania, Umbria e Lazio. Il 3 ottobre sarà il turno del Cal Piemonte. Le Regioni Molise, Calabria, Puglia e Basilicata non hanno istituito il Cal. Pertanto in queste Regioni il dibattito si sta svolgendo nelle Conferenze delle Autonomie locali. Qualora le Conferenze delle autonomie non si pronunciassero entro il 3 ottobre, sarebbero le Regioni a dovere configurare ipotesi di riordino. Se neanche le Regioni presentassero la proposta, sarebbe il governo a definire il nuovo assetto delle Province, secondo quanto stabilito dalla legge
Consiglieri passati da 4.000 a 2.700
I consiglieri provinciali sono passati da circa 4.000 nel 2010 a 2.700. Gli assessori, dai 1.700 circa dello stesso anno, sono oggi 773. Lo ha detto il presidente dell'Upi, l'Unione delle Province d'Italia, Giuseppe Castiglione. "Le Province - ha aggiunto - hanno avviato un percorso virtuoso di tagli sia rispetto al numero di assessori e consiglieri che in quanto agli emolumenti dei politici. Aspettiamo di vedere cosa deciderà nel prossimo Cdm il governo Monti sui costi della politica locale".
Le Province nelle Regioni a statuto ordinario passano da 86 a 44
Le proposte che stanno maturando nelle Regioni dovrebbero portare ad un riordino delle Province delle Regioni a statuto ordinario dalle attuali 86 a 44, a cui si aggiungono le 10 Città metropolitane, previste dalla legge. Si concluderà questa settimana la prima fase del processo di riordino delle Province. Entro il 3 ottobre, i Consigli delle Autonomie locali voteranno le prime ipotesi di riordino da consegnare alle Regioni, cui spetterà entro il 25 ottobre di chiudere la proposta definitiva da inviare al governo.