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Bossi: autorizzai alcune spese dei miei figli
Riccardo e Renzo sono giovani e raggirabili

Tensione nella riunione tenuta a via Bellerio dallʼex segretario con i vertici del partito, Maroni pensa allʼespulsione del "Trota". Il Senatur commenta poi lʼinchiesta: "Non ci uccideranno". E difende i figli

LaPresse

Disorientato, quasi inconsapevole del 'ciclone' che si è nuovamente scatenato sulla Lega per le ultime rivelazioni sui suoi figli. Così viene descritto Umberto Bossi dai suoi, da chi gli ha parlato a lungo venerdì in via Bellerio. "Ho autorizzato io - avrebbe spiegato durante la riunione nella sede del partito convocata per discutere dei congressi lombardo e veneto - alcune spese dei miei figli e chiesto che venissero pagate".  

L'ex ministro delle Riforme si è, per esempio, riferito, racconta un dirigente del Carroccio, alle gare di rally del figlio Riccardo e alle spese fatte da Renzo.

Ha ripetuto di credere ai resoconti che gli hanno fornito i suoi figli, ma Roberto Maroni e altri 'big' della Lega gli hanno fatto presente che "non è così", che Renzo e Riccardo si sono approfittati della situazione per perseguire interessi personali.

L'ex ministro dell'Interno, riferiscono altre fonti parlamentari, sarebbe ora tentato dal chiedere l'espulsione del "Trota", gia' dimessosi da consigliere regionale in seguito all'inchiesta sui rimborsi elettorali della Lega Nord. E in ogni caso, anche nel vertice tenutosi in via Bellerio, ha confermato il suo punto di vista: hanno sbagliato e devono pagare. Bossi, raccontano alcuni presenti, a quel punto, disorientato e scuro in volto, si è alzato ed è andato via.

Bossi sui figli: giovani raggirabili
"I figli sono i figli, l'errore è stato di fare entrare nella Lega dei ragazzi troppo giovani, facilmente raggirabili". Così Umberto Bossi è tornato sull'inchiesta sui fondi del partito che vede coinvolti lui e i figli Riccardo e Renzo. "Non ci uccideranno", ha poi detto commentando l'avviso di garanzia da parte della Procura di Milano.

"Falsa la storia della paghetta"
Arrivando a una cena con i militanti piemontesi sul lago Maggiore, Bossi ha negato che corrisponda al vero che la Lega abbia pagato ai suoi due figli una 'paghetta' mensile come emergerebbe dall'inchiesta. "No, quella non è vera", ha sostenuto. E a chi gli chiedeva di chi sia la colpa della bufera giudiziaria sulla Lega, Bossi ha risposto: "Avevamo un tipo strano a fare l'amministratore".

"La bufera passerà"
Bossi è convinto che la bufera che si è abbattuta sulla Lega "passerà". Ai giornalisti poi che gli chiedevano di commentare il via libera alla candidatura di Roberto Maroni a segretario federale, il senatur ha risposto: "Io sono d'accordo". Lei sarà presidente? "Se mi eleggono, sì".