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Amazon: "Sui braccialetti per i dipendenti speculazioni fuorvianti" | Calenda: "Mai in Italia"

Il colosso americano precisa: "Libererà gli operatori dallʼuso del palmare". Il Garante della Privacy: "Così comʼè vìola la legge"

Amazon:
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"Le speculazioni sull'utilizzo del brevetto dei braccialetti per i dipendenti sono fuorvianti".

Lo precisa Amazon dopo le polemiche. "Ogni giorno - spiega l'azienda - i dipendenti utilizzano scanner palmari". L'eventuale sostituzione dei palmari con braccialetti verrebbe introdotta "nel pieno rispetto delle leggi col solo obiettivo di migliorare il lavoro dei dipendenti". Dura presa di posizione del Garante della Privacy: "Così com'è non si può usare".

Amazon: "Abbiamo sempre migliorato la vita dei dipendenti" - "Ogni giorno, in aziende in tutto il mondo, i dipendenti utilizzano scanner palmari per il controllo dell'inventario e per spedire gli ordini. Questa idea, se e quando dovesse essere implementata in futuro - spiega l'azienda - verrà fatta nel pieno rispetto delle leggi e delle norme, con il solo obiettivo di migliorare il lavoro di ogni giorno dei nostri dipendenti nei centri di distribuzione. Muovendo le attrezzature verso i polsi dei dipendenti, le mani vengono liberate dall'utilizzo degli scanner e gli occhi non devono più guardare lo schermo. Tutte le tecnologie che abbiamo implementato fino a oggi hanno contribuito al miglioramento delle condizioni di lavoro nei nostri centri di distribuzione".

Ministro Calenda: "Braccialetti mai in Italia" - "Ho spiegato loro che gli unici braccialetti che facciamo in questo paese sono quelli che produce la nostra gioielleria. Ho spiegato, e loro del resto hanno capito, che una cosa come quella, che non è in uso ma è stata brevettata in Italia non ci sarà mai". Lo ha detto il ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda al termine dell'incontro a Roma, al Mise con una delegazione di Amazon.

Garante Privacy: bracciale elettronico non si può usare - Il bracciale di Amazon "sarebbe in contrasto con l'ordinamento in materia di protezione dati non solo in Italia, ma anche in Europa". Lo ha detto il presidente dell'Autorità garante della privacy Antonello Soro: "Penso e spero - ha spiegato - che questa idea verrà rimessa in discussione. Il sistema delle regole che disciplinano il trattamento dei dati personali e in particolare quello dei lavoratori deve rispondere a principi di proporzionalità, di trasparenza, di salvaguardia della dignità dell'uomo, che nella ipotesi riferita non ci sarebbero, quindi sarebbe in contrasto con le norme italiane e come tali non potrebbe applicarsi".

"Se è vero che da molte parti si teme che nel futuro possa esserci una contrazione dei posti di lavoro dell'occupazione per far spazio ai robot e all'automazione, in questo caso sembrerebbe quasi che i giganti che operano nel sistema e nell'economia digitale pensino già di robotizzare l'uomo, facendo un ulteriore salto in quella direzione". "E' una direzione sbagliata perché non possono esserci progresso e innovazione che non abbiano come fondamento l'uomo, altrimenti non sarebbe un futuro di benessere e crescita, ma sarebbe una rinuncia, una dispersione di conquiste della civiltà e delle libertà maturate nel corso della storia", ha concluso.

Di Maio: colpa del Jobs Act e del Pd che lo votò - "Se in Italia si possono mettere dispositivi sui lavoratori per controllarli è grazie al Job acts. Io sono contro quel provvedimento che permette a aziende anche partecipate dallo Stato di mettere chip nelle scarpe dei lavoratori o i braccialetti controllare i dipendenti. E' incredibile che il Pd che ha fatto la legge per mettere addosso i trasponder addosso agli esseri umani che adesso critichi Amazon". Afferma Di Maio sui braccialetti brevettati da Amazon.

Cosa prevede il Jobs Act sul controllo dei dipendenti - Secondo quanto stabilito dal Jobs Act le aziende possono assegnare ai lavoratori strumenti di lavoro come pc, tablet e cellulari senza che sia necessario un accordo sindacale o una autorizzazione del ministero, richiesto invece per installare telecamere. Ma è sempre obbligatorio informare preventivamente e in maniera adeguata i lavoratori sulle modalità d'uso degli strumenti e di effettuazione dei controlli, che avvengono comunque sempre nel rispetto delle norme sulla privacy. In base a queste due condizioni, le informazioni raccolte "sono utilizzabili a tutti i fini connessi al rapporto di lavoro", quindi potenzialmente anche a fini disciplinari.

Ministero del Lavoro precisa: "Il Jobs Act non autorizza controlli a distanza" - Le affermazioni secondo cui il Jobs Act avrebbe "autorizzato" l'utilizzo di dispositivi per il controllo a distanza dei lavoratori "non rispondono alla verità dei fatti". E' quanto precisa il ministero del Lavoro, in una nota, sottolineando che il Jobs Act "ha adeguato la normativa contenuta nello Statuto dei lavoratori, risalente al 1970, alle innovazioni tecnologiche nel frattempo intervenute. La norma non ha dunque liberalizzato i controlli, ma ha fatto chiarezza circa il concetto di strumenti di controllo a distanza ed i limiti di utilizzabilità dei dati raccolti attraverso questi dispositivi, in linea con le indicazioni che il Garante della Privacy ha fornito negli ultimi anni". Inoltre, prosegue la nota, "la disposizione ha previsto che, in ogni caso, questi strumenti possano essere adottati esclusivamente previo accordo sindacale o autorizzazione dell'ispettorato territoriale del Lavoro o del ministero".