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Salute e prevenzione, UniSalute traccia la strada verso il futuro

Gli italiani, anche a causa delle criticità (come le lunghe liste d’attesa) del nostro sistema di welfare spesso trascurano l’importanza della prevenzione. Che invece è fondamentale per ritardare l’insorgenza di malattie e limitarne la diffusione

Crisi e pandemia hanno riportato prepotentemente in primo piano il tema della salute, e parallelamente quello della prevenzione: se da un lato, infatti, si è riscoperta l’importanza vitale degli interventi di salute pubblica, dall’altro sono state messe in luce tutte le debolezze del sistema di welfare del nostro Paese, chiamato a sostenere il percorso di crescita e di sviluppo economico e sociale garantendo ai cittadini il diritto alla salute.

Diritto che non può prescindere dalla prevenzione (fondamentale per ritardare l’insorgenza di malattie e limitarne la diffusione), che invece spesso passa in secondo piano.

In questo lo scenario delineato dagli ultimi dati dall’Osservatorio Sanità di UniSalute non è incoraggiante: solo un italiano su tre (il 33%), secondo lo studio, effettua controlli regolari per monitorare il proprio stato di salute, mentre l’atteggiamento prevalente è quello di curarsi soltanto quando si inizia a soffrire di un disturbo o di una malattia. E la pandemia, secondo la ricerca, ha ulteriormente abbassato il livello di prevenzione degli italiani: negli ultimi due anni un controllo su cinque (20%) è stato annullato, e quasi uno su tre (29%) rinviato, per un totale di quasi una visita su due saltata o comunque ritardata, quasi sempre (6 volte su 10) per decisione del paziente. Tra i controlli più trascurati spiccano le analisi del sangue – esame di prevenzione per eccellenza – e visite di routine come quelle dermatologiche e cardiologiche.

 

Particolarmente trascurata, secondo un altro rapporto dell’Osservatorio Sanità di UniSalute, è anche la medicina di genere: nell’ultimo anno solo il 15% degli uomini si è sottoposto a una visita andrologica, e molto pochi sono anche coloro che si sono sottoposti a un esame importante per la salute della prostata, il dosaggio del PSA. In questo fanno meglio le donne, ma il dato risulta comunque insufficiente: negli ultimi 12 mesi solo il 50% si è sottoposta a una visita ginecologica, e quasi una su tre di chi non l’ha fatta sembra evitare questo controllo di base a prescindere dalla pandemia. E il 30% delle donne ammette di non aver mai eseguito un Pap test, fondamentale per individuare anomalie al collo dell’utero.

 

Dai due studi dell’Osservatorio Sanità di UniSalute emerge quindi chiaramente come la strada da percorrere in tema di prevenzione sia ancora lunga: è quindi necessario attivare campagne informative, ridurre le disomogeneità regionali dei programmi di screening e intervenire sui fattori di rischio delle patologie ad alto impatto, coinvolgendo il pubblico e il privato per affrontare quella che è una vera sfida per la salute.

 

In quest’ottica UniSalute, da sempre sensibile ai temi della prevenzione, ha introdotto nelle proprie coperture sanitarie collettive specifici check-up suddivisi per età e per sesso. E con i suoi piani sanitari favorisce l’accesso alle prestazioni sanitarie, che in Italia – a causa delle lunghe liste d’attesa, che spesso portano alla rinuncia dei cittadini all’effettuazione di visite ed esami – sono una delle criticità maggiori del sistema di welfare. Un sostegno rilevante, quello fornito dalla sanità integrativa, che nel 2021 è stato pari al 24,4% del totale della spesa sanitaria del nostro Paese: in valori assoluti la spesa sanitaria privata ha raggiunto nel 2021 il valore più alto di sempre, pari a 41 miliardi di euro (in aumento del 7,4% rispetto al 2020).

 

Dati che rendono sempre più urgenti interventi di integrazione pubblico-privato per arrivare a quello che è un cambiamento di prospettiva nel settore salute: la promozione di un’assistenza realmente integrativa e non sostitutiva rispetto al sistema pubblico. Una sfida, ma anche una grande opportunità per le imprese assicuratrici, che già oggi offrono soluzioni mirate ma che possono far evolvere i propri prodotti per rispondere alle nuove esigenze di protezione e ai cambiamenti che si delineano per il futuro. Ad esempio attraverso servizi di telemedicina e di gestione della cronicità come Monitor Salute,  servizio di Unisalute che attraverso appositi dispositivi garantisce il monitoraggio da remoto di diabete, ipertensione, asma e BCPO: i dati, inviati alla Centrale Operativa di UniSalute, vengono costantemente analizzati da medici e infermieri specializzati, intervenendo in caso di necessità.