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Venezuela, appello di Guaidò alla popolazione: "Scendete in piazza" | Usa: "Nuove sanzioni contro Maduro"

Due nuove mobilitazioni convocate in settimana. Intanto anche lʼAustralia riconosce il leader dellʼopposizione come legittimo presidente del Paese sudamericano

Venezuela, appello di Guaidò alla popolazione:
ansa

Il leader dell'opposizione venezuelana autoproclamatosi presidente ad interim, Juan Guaidò, ha chiamato la popolazione a due nuove mobilitazioni.

La prima è stata convocata per mercoledì: Guaidò ha chiesto ai suoi sostenitori di scendere in piazza per una manifestazione pacifica di due ore. Per sabato ha invitato invece a dimostrazioni di massa "in ogni angolo del Venezuela e del mondo". Gli Usa annunciano nuove sanzioni contro Maduro.

Guaidò ha inoltre dichiarato che la protesta di sabato coinciderebbe con lo scadere dell'ultimatum imposto dall'Ue per obbligare Nicolas Maduro a indire nuove elezioni. Gli Stati Uniti e diverse altre nazioni ritengono "illegittima" l'elezione di Maduro, avvenuta a maggio 2018, in quanto i suoi più forti oppositori erano stati esclusi dalla corsa.

Guaidò: "Prendo controllo beni venezuelani all'estero" - Guaidò ha inoltre annunciato che prenderà il controllo dei beni del Venezuela all'estero, per impedire a Nicolas Maduro di sperperarli nel caso in cui lasci il potere. "D'ora in poi, inizieremo la graduale e ordinata acquisizione dei beni della nostra Repubblica all'estero, per evitare che l'usurpatore e la sua banda cerchino di 'raschiare il fondo del barile'", ha detto in una nota pubblicata su Twitter.

L'Australia riconosce Guaidò presidente - Intanto allo schieramento che sostiene Guaidò come legittimo leader del Venezuela si aggiunge anche l'Australia "fino allo svolgimento delle elezioni". Una posizione simile a quella già assunta da Stati Uniti, Gran Bretagna, Germania e Francia. "Chiediamo ora a tutte le parti in causa di lavorare a una soluzione pacifica della situazione che preveda un ritorno alla democrazia, il rispetto dello Stato di diritto e la difesa dei diritti umani del popolo venezuelano", ha affermato il ministro degli Esteri australiano, Marise Payne.

Situazione in mano all'esercito - La lotta per il potere in Venezuela sembra ora in mano all'esercito, con i sostenitori di Guaidò impegnati a diffondere volantini ai soldati per spiegare i termini della promessa amnistia che eviterebbe loro ogni conseguenza per avere finora sostenuto Maduro. Quest'ultimo dimostra invece le sue intenzioni indossando una tuta da lavoro e dando il via ad esercitazioni militari.

Vittime salgono a 35 - Il bilancio delle vittime durante la repressione delle proteste nell'ultima settimana è salito a 35. Lo riferisce Provea, una Ong locale di difesa dei diritti umani. Inoltre, secondo un'associazione che assiste i prigionieri politici, 850 cittadini venezuelani (fra i quali 77 minorenni fra i 13 e i 14 anni) sono stati "arrestati arbitrariamente e posti sotto custodia delle forze di sicurezza".

Usa: "Nuove sanzioni contro il Venezuela" - Il consigliere per la sicurezza nazionale della Casa Bianca, John Bolton, ha annunciato sanzioni contro la società petrolifera statale venezuelana Pdvsa, la più grande fonte di ricavi del Paese, con il blocco di sette miliardi di asset. La misura mira a sottrarre fondi a Maduro e di conseguenza l'appoggio dell'esercito. Si tratta delle sanzioni finanziarie più dure inflitte finora da Washington al presidente venezuelano. "Abbiamo continuato a denunciare la corruzione sua e dei suoi compari e le azioni di oggi assicurano che non possa più saccheggiare gli asset del popolo venezuelano", ha dichiarato Bolton.

Bolton ha quindi spiegato che per il Venezuela "tutte le opzioni" sono sul tavolo e ha invitato l'esercito venezuelano ad accettare un trasferimento pacifico del potere a Guaidò.