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Vaticano, cardinale Hollerich: "L'omosessualità è peccato? Cambiamo insegnamento"

Secondo il presidente della Commissione delle Conferenze Episcopali dell'Ue, "il fondamento sociologico-scientifico di questa valutazione non è più valido"

Jean-Claude Hollerich cardinale Papa Francesco
Ansa

La Chiesa "dovrebbe rivedere l'insegnamento cattolico sulla peccaminosità dell'omosessualità".

E' quanto sostiene il cardinale Jean-Claude Hollerich, presidente della Commissione delle Conferenze Episcopali dell'Ue. "Credo che il fondamento sociologico e scientifico di questo insegnamento non sia più valido", afferma l'arcivescovo di Lussemburgo commentando il recente coming out di massa da parte di 125 dipendenti della Chiesa cattolica in Germania, inclusi alcuni sacerdoti, che hanno dichiarato la loro non eterosessualità.

"Facciamo oggi, insieme, il passo per uscire dall'ombra", scrive il gruppo di cattolici tedeschi che si identificano "come lesbiche, gay, bisessuali, transessuali, intersessuali, queer e persone non binarie".

 

 

Messaggio di solidarietà - "Lo facciamo - prosegue la nota - per noi stessi e lo facciamo in solidarietà con altre persone LGBTIQ+ all'interno della Chiesa Cattolica, che non hanno ancora o non hanno più la forza di farlo. Lo facciamo in solidarietà con tutte le persone che sono esposte a stereotipi ed emarginazione attraverso sessismo, rifiuto, antisemitismo, razzismo e tutte le altre forme di discriminazione. Ma lo facciamo anche per la Chiesa. Perché siamo convinti che solo l'azione nella verità e nell'onestà rende giustizia a ciò per cui la Chiesa dovrebbe esistere: la proclamazione del messaggio gioioso e liberante di Gesù".

 

"La Chiesa faccia riferimento a Gesù" - Una Chiesa "che ha al suo centro la discriminazione e l'esclusione delle minoranze sessuali e di genere deve accettare che le si chieda se, nel farlo, può fare riferimento a Gesù Cristo. So che tra i miei preti ci sono omosessuali. Alcuni me l'hanno detto, di altri lo si nota", dichiara Hollerich. "Tra i laici abbiamo omosessuali uomini e donne. E sanno che nella Chiesa sono sempre benvenuti".

 

 

"Finora visione repressa della sessualità" - In una recente intervista al settimanale del quotidiano francese La Croix, il porporato gesuita aveva affrontato, a partire dalla crisi degli abusi sessuali, numerosi temi legati alla morale sessuale cattolica. "Bisogna cambiare il nostro modo di vedere la sessualità. Finora abbiamo una visione piuttosto repressa della sessualità. Ovviamente, non si tratta di dire alle persone che possono fare qualsiasi cosa o di abolire la moralità, ma credo che dobbiamo dire che la sessualità è un dono di Dio. Lo sappiamo, ma lo stiamo dicendo. Non ne sono sicuro".

 

"I sacerdoti devono poter parlare della loro sessualità" - "Alcuni attribuiscono l'aumento degli abusi alla rivoluzione sessuale", prosegue il cardinale. "Penso esattamente il contrario: secondo me, i casi più orribili si sono verificati prima degli Anni Settanta". In questo ambito, peraltro, "è anche necessario che i sacerdoti possano parlare della loro sessualità e che noi possiamo ascoltarli se hanno difficoltà a vivere il loro celibato. Dovrebbero poterne parlare liberamente, senza timore di essere rimproverati dal loro vescovo. Quanto ai sacerdoti omosessuali, e ce ne sono molti, sarebbe bene che ne parlassero con il loro vescovo senza che quest'ultimo li condanni".

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