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Usa, giudice blocca ordine Trump per espellere rifugiati islamici

Lʼordinanza dʼemergenza, emessa a New York, vieta di rimpatriare le persone bloccate negli aeroporti americani dopo il loro arrivo. Arriva documento congiunto da 16 procuratori generali

Un giudice federale di New York, Ann Donnelly, ha emesso un'ordinanza d'emergenza che blocca temporaneamente l'ordine esecutivo di Trump sui rifugiati.

L'ordinanza impedisce infatti agli Stati Uniti di espellere i migranti provenienti dai sette Paesi a maggioranza islamica soggetti all'ordine del presidente, che ha congelato per tre mesi gli arrivi da quei Paesi.

L'ordinanza, emessa in seguito a una citazione legale da parte dell'Unione americana per le libertà civili, annulla una parte dell'ordine esecutivo di Trump sull'immigrazione, ordinando che i rifugiati e altre persone bloccate negli aeroporti degli Stati Uniti non possono essere rimandate indietro nei loro Paesi. Il giudice non ha però stabilito che queste stesse persone debbano essere ammesse negli Stati Uniti né ha emesso un verdetto sulla costituzionalità dell'ordine esecutivo del presidente.

I legali che hanno citato in giudizio il governo per bloccare l'ordine della Casa Bianca hanno detto che la decisione, arrivata dopo un'udienza d'urgenza in una corte di New York, potrebbe interessare dalle 100 alle 200 persone che sono state trattenute al loro arrivo negli aeroporti statunitensi sulla base dell'ordine esecutivo del presidente.

Sedici procuratori generali: bando incostituzionale - I procuratori generali di 15 Stati e della capitale hanno emesso una dichiarazione congiunta con cui condannano come incostituzionale il bando del presidente Donald Trump contro i viaggiatori provenienti da sette Paesi a maggioranza islamica. Gli attorney general sostengono che la libertà religiosa è un principio fondamentale del Paese, auspicando che l'ordine esecutivo sia ritirato e impegnandosi nel frattempo a garantire che il minor numero possibile di persone soffrano per questa situazione. Gli Stati cui appartengono i firmatari sono, oltre a Washington, California, New York, Pennsylvania, Massachusetts, Hawaii, Virginia, Oregon, Connecticut, Vermont, Illinois, New Mexico, Iowa, Maine e Maryland.