RIDURRE LE EMISSIONI DEL 90%

L'Ue rivede lo stop ai motori termici dal 2035, sì a ibride e biofuel

Fra dieci anni i costruttori non dovranno più azzerare le emissioni, ma ridurle del 90%. Lasciando così spazio anche a modelli non completamente elettrici o alimentati a idrogeno

16 Dic 2025 - 19:28

L'Ue rivede il divieto totale di vendita dei motori a combustione interna. Dal 2035 i costruttori non dovranno più azzerare le emissioni, ma ridurle del 90%, lasciando così spazio sul mercato anche a modelli non completamente elettrici o alimentati a idrogeno, come gli ibridi plug-in e i veicoli con range extender. La modifica è contenuta nella revisione degli standard sulle emissioni di CO2 adottata dalla Commissione europea.

Il restante 10% delle emissioni dovrà essere "compensato" dalle case automobilistiche con l'impiego di acciaio a basse emissioni o mediante l'utilizzo di carburanti sostenibili, come e-fuel e biofuel avanzati.

Nella proposta - che dovrà ora essere negoziata tra Parlamento e Consiglio - Bruxelles spiana la strada, dunque, all'utilizzo di "crediti" che potranno essere utilizzati volontariamente dalle case automobilistiche per compensare il restante 10% di emissioni soggetto a condizioni. Oltre ai carburanti rinnovabili sostenibili e l'uso di acciaio a basse emissioni "made in Europe", fino al 2034 i produttori potranno beneficiare di "supercrediti" per l'immissione sul mercato di piccole auto elettriche economiche prodotte nell'Ue, di cui una sottocategoria normativa viene annunciata all'interno del pacchetto e che comprenderà veicoli elettrici di lunghezza fino a 4,2 metri.

Tra le altre cose, Bruxelles propone ulteriore flessibilità per conformarsi ai target di taglio emissioni sul triennio dal 2030 al 2032, estendendo la flessibilità concessa già quest'anno tra il 2025 e il 2027 per scongiurare il pagamento delle multe. Nella revisione, la Commissione Ue aggiorna poi l'obiettivo climatico per i furgoni che dovranno ridurre le emissioni del 40% entro il 2030, non più del 50%.

L'atteso pacchetto varato da Strasburgo comprende inoltre un omnibus di semplificazione per rimuovere gli ostacoli normativi con un risparmio stimato in oltre 700 milioni all'anno per l'industria. Tra le semplificazioni proposte, l'iniziativa Ue prevede un intervento sui test sulle emissioni del regolamento Euro 7 e una esenzione per i furgoni elettrici sull'istallazione di tachigrafi intelligenti e dispositivi di limitazione della velocità. Nel pacchetto, inoltre, la Commissione Ue lancia il piano "Battery Booster" da 1,8 miliardi di euro per accelerare lo sviluppo di una catena del valore delle batterie interamente prodotta nell'Ue, di cui 1,5 miliardi di euro sosterranno i produttori europei di celle per batterie attraverso prestiti senza interessi già il prossimo anno.

Esulta la Germania

  "È positivo che la Commissione europea, dopo il chiaro segnale del governo tedesco, abbia deciso di riaprire la regolamentazione nel settore automobilistico. Maggiore apertura tecnologica e più flessibilità sono passi nella giusta direzione per conciliare obiettivi climatici, realtà del mercato, imprese e posti di lavoro". Lo ha detto il cancelliere tedesco, Friedrich Merz, dopo la revisione da parte della Commissione europea dello stop ai motori termici dal 2035. Il cancelliere ha ribadito la contrarietà del governo tedesco a nuove quote obbligatorie per i veicoli nelle flotte aziendali: "Continuiamo a respingere l'introduzione di quote legali per tipologie di veicoli nelle flotte di auto aziendali. Non devono gravare sul tessuto delle piccole e medie imprese tedesche, né attraverso quote né attraverso un eccesso di burocrazia". 

Tajani: "Messi a riparo 70mila posti di lavoro" "Abbiamo fermato lo stop ai motori termici dal 2035. Passa la linea di Forza Italia". Lo ha scritto sui social Antonio Tajani, ministro degli Esteri e vice presidente del Consiglio. "Questo significa contare in Europa - ha aggiunto il segretario azzurro - Una scelta che solo in Italia mette a riparo 70mila posti di lavoro. Sì alla tutela dell'ambiente ma sempre salvaguardando la dignità della persona, di chi fa impresa e crea occupazione. Bene perseguire obiettivi contro l'inquinamento purché si tenga sempre conto della questione sociale".

Orsini "L'Ue sull'auto? Non ci servono mezze cose

"Troppo poco, troppo poco" ha commentato in merito alle novità della Commissione Ue sull'auto il presidente di Confindustria, Emanuele Orsini. "Con le mezze svolte, con le mezze curve facciamo gli incidenti. Non ci servono le mezze curve, quando si va in strada si fa o la curva o si va dritti. Questi fanno delle mezze cose tutte le volte. La verità è che con le mezze cose non si pianifica. Allora bisogna che la smettano di fare mezze cose: devono fare cose e oggi non le stanno facendo". Orsini ha aggiunto: "La devono smettere. Io sono un europeista convinto, ma se non fanno i compiti continuiamo a essere ancora nell'incertezza. La cosa che va fatta oggi è eliminare l'incertezza e le mezze curve noi non ci servono".