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Ucraina, suprematista americano nascosto in Polonia con 62 orfani di Mariupol | I timori del sindaco: "Le autorità stanno indagando"

L'uomo nel 2018 è stato indagato dall'Fbi per terrorismo, tentata insurrezione e incitazione alla violenza contro le minoranze

Mariupol, 30mila civili in fuga in auto: sui parabrezza il cartello "bimbi" (ma anche le "Z" russe) per evitare di essere colpiti

Le autorità di Mariupol affermano che circa 30mila persone hanno lasciato la città. Il consiglio locale stima che più di 350mila persone siano ancora rifugiate. La città portuale è circondata dalle forze russe e ha assistito ad alcuni dei più feroci bombardamenti del conflitto. Reuters riporta di lunghe code di auto dirette a nord di Mariupol, alcune con cartelli sui parabrezza con la parola "bambini" scritta in russo. Ma altri avevano la "Z", la ormai famigerata sigla dei carri armati russi. Funzionari ucraini affermano che i residenti sono rimasti intrappolati nella città dai bombardamenti russi senza riscaldamento, elettricità e acqua corrente per la maggior parte delle ultime due settimane.

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Un suprematista americano, Matt Shea, ex deputato repubblicano ed evangelico fondamentalista, è chiuso da giorni in un albergo di un paesino della Polonia, Kazimierz Dolny, con 62 orfani di Mariupol.

A denunciare quello che sta accadendo è il sindaco della cittadina, Artur Pomianowski. Nessuno nel paesino di quasi 4mila abitanti riesce a parlare con l'uomo, né a decifrare quali siano i suoi piani.

 

Shea negli Stati Uniti è un volto noto alle forze dell'ordine: soprannominato da alcuni media "il pifferaio nero", nel 2018 fu indagato dall'Fbi per terrorismo, tentata insurrezione e incitazione alla violenza contro le minoranze. Secondo quanto scrive Repubblica, Pomianowski ha fatto sapere attraverso Facebook di essere andato a trovare i bimbi e ha assicurato che "stanno bene". I timori su ciò che sta accadendo, tuttavia, restano molti e le autorità competenti hanno aperto un'indagine.

 

"E' difficile fidarsi di quell'uomo", ha spiegato il primo cittadino confermato di aver ricevuto informazioni contrastanti sul suo conto. Ciò che è certo, ha poi precisato, è che i bambini ucraini non usciranno da Kazimierz Dolny fino a quando gli investigatori non avranno terminato le indagini.

 

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