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Uccisa da baby-gang in Gb, la mamma di Mariam: "L'avevano già aggredita" | La Procura di Roma apre un'inchiesta

Lunedì vertice nella Capitale sul caso della ragazza italo-egiziana, a Nottingham da quattro anni per stucdiare. Anche lʼambasciata italiana "segue da vicino la vicenda"

Uccisa da baby-gang in Gb, la mamma di Mariam:
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Era già stata aggredita dalla babygang di bulle ad agosto la ragazza italo-egiziana morta dopo essere stata presa a botte da un gruppo di ragazzine a Nottingham, in Inghilterra.

A denunciarlo al microfono delle Iene è Nasreen, la madre di Mariam Moustafa, che aggiunge: "Allora a Mariam avevano rotto una gamba. E avevano anche riempito di pugni sua sorella Mallak, di 15 anni". La Procura di Roma ha aperto un'inchiesta in cui si ipotizza l'omicidio.

Lunedì vertice in Procura a Roma - Già fissato per lunedì a Roma un vertice tra gli inquirenti che stanno indagando sul caso. Il pm Sergio Colaiocco, che ha delegato le indagini ai carabinieri del reparto operativo della Capitale, chiederà alle autorità inglesi l'acquisizione di atti tramite un ordine europeo di investigazione.

L'ambasciatore segue la vicenda - L'ambasciatore italiano a Londra Raffaele Trombetta "sta seguendo personalmente la vicenda, in raccordo con il collega egiziano, con cui si è sentito per rinnovare la piena disponibilità a sostenere ogni azione che l'ambasciata egiziana vorrà intraprendere per risalire, nel più breve tempo possibile, alla verità. L'ambasciata è a disposizione dei familiari di Mariam per ogni assistenza". E' quanto si legge in una nota della Farnesina, dove "si esprime profondo cordoglio e vicinanza alla famiglia, oltre all'auspicio che i responsabili di tale atroce delitto siano presto assicurati alla giustizia".

In particolare, l'ambasciatore ha avuto un contatto con il padre di Mariam, offrendogli aiuto. Si è impegnato a cercare forme di assistenza medica italiana al coroner britannico per ulteriori esami sul corpo della vittima, dopo gli esiti della prima autopsia considerati "non conclusivi" dalla famiglia.

Il racconto della mamma di Mariam - "Una sera di una settimana fa - dice la mamma di Mariam - hanno anche tirato delle uova contro la nostra porta di casa". "Dopo l'aggressione sul bus - ricorda ancora la donna - Mariam è andata in ospedale a Nottingham, dove dopo diverse ore di attesa le hanno detto che poteva tornare a casa. Alle 2.30 siamo rientrati e lei è andata a dormire. Al mattino la sorella l'ha trovata boccheggiante sul letto, completamente blu in volto. Non riusciva a parlare".

Al riguardo, i familiari rimproverano ai servizi ospedalieri di Nottingham di aver clamorosamente sottovalutato le condizioni della ragazza e di averla inizialmente dimessa con troppa fretta. Secondo la famiglia insomma le aggressione a Mariam potrebbero essere dovuto a razzismo e non solo a bullismo giovanile, nonostante la Nottingham Police e i tabloid locali abbiano finora escluso l'ipotesi di un "crimine d'odio" etnico.

Mariam si era trasferita nel Regno Unito con la famiglia da quattro anni. Il padre voleva farla studiare assieme alla sorella di 15 anni e al fratello di 12 nelle scuole inglesi. "Ma lei - sottolinea la madre di Mariam - non voleva restare in Inghilterra, ha sempre sognato di tornare a Roma".