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Turchia, commissariata l'agenzia Cihan dopo il caso Zaman

Colpita ancora la stampa di opposizione. Grande clamore aveva suscitato la vicenda del quotidiano anti-Erdogan Zaman, posto sotto amministrazione controllata da un tribunale. La "nuova" edizione è diventata filo-governativa

Turchia, commissariata l'agenzia Cihan dopo il caso Zaman - foto 1
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Nuovo colpo alla stampa di opposizione in Turchia: una corte ha ordinato il commissariamento dell'agenzia di stampa Cihan dello stesso gruppo editoriale del quotidiano Zaman, legato all'imam Fethullah Gulen, ex alleato e ora avversario del presidente Recep Tayyip Erdogan.

L'agenzia di stato Anadolu ha precisato che i giudici hanno nominato tre amministratori per gestire la Cihan News Agency.

L'agenzia di stampa Cihan è considerata l'unica - oltre a quella statale Anadolu - a essere in grado di fornire una copertura a livello nazionale delle operazioni di scrutinio durante le elezioni. Secondo la stessa Anadolu, inoltre, la rete di Cihan aveva garantito la distribuzione del neonato quotidiano Yarina Bakis, fondato da alcuni ex giornalisti di Zaman dopo il commissariamento dello stesso, con conseguente stravolgimento della sua linea editoriale in senso filo-governativo.

Il gruppo editoriale Feza è accusato di "propaganda terroristica" a favore del presunto "stato parallelo" creato dal magnate e imam Fethullah Gulen, alleato storico diventato poi nemico giurato di Erdogan.

Dopo il commissariamento per i presunti legami con Fethullah Gulen, il giornale ha rovesciato la sua linea editoriale, diventando filo-governativo con un'edizione confezionata da giornalisti amici al di fuori della redazione. Gli ex reporter di Zaman - perlopiù in pensione - hanno mandato in stampa un quotidiano che vuole raccoglierne l'eredità. Un'operazione lampo a cui, almeno ufficialmente, non partecipano gli attuali giornalisti: pur privati anche dei loro indirizzi di posta elettronica, quasi tutti sono ancora dipendenti di Zaman e non autorizzati a scrivere per altri.

"Yarina Bakis" è partito senza firme ma con grande seguito: oltre un milione di follower in poche ore sulla sua pagina Twitter e la speranza di resistere anche dopo la bufera. Quando a Zaman verrà nominata un nuovo direttore pro-Erdogan, nella nuova redazione di "Yarina Bakis" potrebbero confluire molti degli attuali reporter del giornale.

Una battaglia in edicola dietro cui si cela lo scontro con la rete finanziaria di Gulen, che Erdogan accusa di aver creato uno "stato parallelo" per rovesciarlo. Gli ambienti filo-governativi attaccano il nuovo giornale, accusandolo di sfruttare le risorse del gruppo editoriale commissariato e denunciando che anche molti dei computer della redazione sarebbero stati stati fatti sparire