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Tunisia, giornalista precario posta video su Fb e poi si dà fuoco

Da un caso simile nel 2010 scoppiò la "Rivoluzione dei Gelsomini"

Tunisia, giornalista precario posta video su Fb e poi si dà fuoco - foto 1
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Abderrazak Zorgui, giovane reporter tunisino di Telvza tv, si è suicidato per protestare contro le precarie condizioni di lavoro nel suo Paese.

Poco prima di darsi fuoco nella piazza dei Martiri a Kasserine aveva postato un video su Facebook in cui spiegava le ragioni del suo gesto. Nel video lanciava un appello ai disoccupati della regione a scendere in piazza per reclamare il loro diritto al lavoro e ad un futuro migliore.

Centinaia di giovani sono scesi in piazza dopo la notizia della morte del reporter e le forze dell'ordine hanno faticato non poco per riportare la calma. Abderrazak Zorgui, nel suo videomessaggio prima di darsi fuoco con la benzina e morire poi all'ospedale, si era rivolto proprio ai giovani disoccupati di Kasserine incitandoli a scendere per le strade per reclamare i propri diritti e denunciare la situazione di marginalizzazione in cui si trovano, 8 anni dopo la rivoluzione che non ha mantenuto le promesse di garantire un futuro migliore per tutti.

Il giovane spiega il suo gesto con la precarietà sociale ed economica cui era costretto nonostante un impiego come corrispondente alla tv. Il sindacato nazionale giornalisti tunisini (Snjt)a seguito della notizia del decesso del giovane corrispondente ha annunciato in un comunicato la possibilità di indire uno sciopero generale della categoria. Per il sindacato infatti, è lo Stato che ha "contribuito a diffondere la corruzione e il denaro sospetto nel settore dei media assoggettandoli ad alcuni interessi". Lo Stato tunisino inoltre, secondo quanto si legge nel comunicato, ha fallito nel controllare i media e la loro conformità alle leggi sul lavoro a scapito dei giornalisti.

Da un gesto simile scoppiò la "Rivoluzione dei gelsomini" - Il gesto del giovane reporter tunisino di Telvza tv, ricorda quello analogo del venditore ambulante, Mohamed Bouazizi, che per protesta contro le autorità che gli avevano sequestrato la merce, il 17 dicembre 2010. Bouazizi si diede fuoco a Sidi Bouzid, dando poi vita ad una serie di proteste popolari che sfociarono nella "Rivoluzione dei gelsomini" che costrinse, neanche un mese dopo, l'allora presidente Ben Ali alla fuga dal Paese. Anche la situazione socio-economica delle regioni marginalizzate del centro e del sud della Tunisia, dopo otto anni di promesse mancate, è rimasta pressoché la stessa con punte di disoccupazione giovanile intorno al 30%.