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Da Viterbo parla l'amica italiana di Driss: "Non manifestava idee estremiste"

In unʼintervista a La Repubblica, Silvia Acciaresi, racconta del 28enne finito in cella perché a suo nome risulta noleggiato il van-killer della Rambla. "Un giovane normalissimo, beveva birra e pregava", il ricordo

Da Viterbo parla l'amica italiana di Driss:
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Lo aveva incontrato a Barcellona nel 2014, poi la frequentazione in Italia in quelle due settimane in cui quel giovane era venuto a cercare lavoro.

Niente di più, una semplice conoscenza, neanche un'amicizia, assolutamente no una relazione. Mette i puntini sulle i in un'intervista rilasciata a La Repubblica, Silvia Acciaresi, la 40enne di Viterbo che ha conosciuto Driss Oukabir, il 28enne marocchino finito in carcere dopo la strage di Barcellona perché risulta che a suo nome sia stato noleggiato il van-killer. "Sono finita in una cosa più grande di me, non sapevo nulla, non manifestava idee estremiste", esordisce la donna.

La convocazione della Digos - "Non avrei mai immaginato - confessa la vitarbese a La Repubblica. - In ogni caso se quell'uomo è un terrorista la polizia fa bene ad arrestarlo, con lui ho perso ogni contatto dal 2014". "Non è un mio amico", precisa. "Poi io dell'attentato non ne sapevo nulla. Ho saputo di essere finita in questa storia enorme quando la Digos mi ha  chiamato e detto che dovevo presentarmi in questura. Lì ho appreso tutto".

Il ricordo di quella conoscenza - "Era l'estate 2014", racconta Silvia Acciaresi. "Io conoscevo la madre, Fatima, e l'ho avvisata che sarei andata a Barcellona. Loro abitano a Ripoll, a cento chilometri, e lei mi ha detto che a Barcellona avrei trovato il figlio che lavorava". "Con Dirss è nata un'amicizia, ma nessuna storia d'amore come ho letto sui siti".

"Una persona normalissima" - Era "una persona normalissima. Beveva birra, pregava alle ore che doveva pregare, molto religioso". La donna sottolinea che con Driss "non c'è stata alcuna relazione". In Italia, "non è stato a casa mia ma in un bed and breakfast in paese", aggiunge. "Posso confermarle che il biglietto aereo Ryanair gliel'ho pagato io, non perché avevamo una relazione ma perché volevo aiutarlo a trovare un lavoro in Italia". "Non ha trovato lavoro, è andata via". La donna dice anche di non aver insistito per rivederlo: "Io avevo 40 anni e lui 25, un bambino per me".