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Soldati Usa in Arabia, Trump all'Iran: "Niente stupidaggini o pagherete caro" | Teheran: "Non temiamo nessuno"

Il contingente potrebbe essere di almeno 500 uomini. Londra alle navi Gb: evitate lo stretto di Hormuz

Soldati Usa in Arabia, Trump all'Iran:
-afp

E' alta la tensione nel Golfo Persico dopo il sequestro di una petroliera britannica nello Stretto di Hormuz.

E l'Arabia Saudita annuncia che accoglierà sul proprio suolo militari americani. Si parla di un contingente di circa 500 militari americani. Trump avvisa l'Iran: "Non fate stupidaggini o pagherete caro". Immediata la replica da Teheran: "Non vogliamo la guerra ma non abbiamo paura di nessuno".

Trump a Iran: "Niente stupidaggini o pagherete caro" - Il presidente americano Donald Trump ha parlato di Iran al telefono con l'omologo francese Emmanuel Macron e ha avvertito Teheran di non fare "nulla di stupido", altrimenti "pagherà un prezzo che nessun altro ha mai pagato". "Noi (americani) abbiamo molte navi, navi da guerra, ma non molte petroliere" nello Stretto di Hormuz e nella regione del Golfo, ha detto Trump. Il presidente Usa ha anche autorizzato il senatore repubblicano del Kentucky Rand Paul, scettico sull'opportunita' di una guerra con Teheran, ad impegnarsi in colloqui con l'Iran. Poi ha annunciato che gli Usa parleranno con Londra, denunciando l'"escalation di violenza" dell'Iran, seguendo tra l'altro il botta e risposta di queste ore sul presunto drone iraniano abbattuto, asserito dagli americani e smentito dalla Repubblica islamica.

Iran: "Non temiamo nessuno" - Il segretario del Consiglio iraniano per il discernimento ha avvertito che l'Iran non si tirerà indietro di fronte al nemico. "Non vogliamo la guerra - ha scritto su Twitter Mohsen Rezaei - ma non arretreremo di fronte al nemico che sia Saddam, Trump o la regina".

L'Iran lancia una nuova provocazione - A far salire la tensione nel Golfo Persico è stata la decisione dei Guardiani della Rivoluzione iraniana che hanno annunciato di aver "sequestrato" la petroliera britannica Stena Impero, con 23 persone a bordo, nello Stretto di Hormuz. La petroliera, secondo i pasdaran, "non ha rispettato il codice internazionale" e il sequestro è stato eseguito "su richiesta dell'autorità portuale e marittima della provincia di Hormozgan". La petroliera, per i Guardiani della Rivoluzione, avrebbe spento il suo localizzatore e navigato passando per l'uscita piuttosto che per l'entrata dello Stretto ignorando gli avvertimenti.

Nella serata di venerdì si era anche diffusa la notizia di un secondo sequestro, quello della petroliera battente bandiera liberiana, la Mv Mesdar, di proprietà della Norbulk, compagnia con sede a Glasgow che come la Stena Impero doveva scaricare petrolio in Arabia Saudita. La nave, però, da quanto hanno riferito alcuni media iraniani, dopo un controllo, ha potuto riprendere la navigazione e si e' allontanata dalle coste iraniane.

Nessun britannico a bordo - Nessun cittadino britannico è poi risultato essere a bordo delle due petroliere, ha riferito il ministro degli Esteri inglese, Jeremy Hunt. "Gli equipaggi sono composti da varie nazionalità - ha spiegato il capo del Foreign Office - ma da quanto risulta non ci sono britannici a bordo di nessuna delle due navi".
La tensione nello stretto di Hormuz arriva il giorno dopo l'annuncio da parte di Tehran del sequestro dell'emiratina Riah, accusata di contrabbando di petrolio, mentre Gibilterra ha prolungato oggi di un mese il fermo dell'iraniana Grace 1, gia' bloccata da due settimane per presunte violazioni delle sanzioni Ue alla Siria.

Londra alle navi Gb: evitate lo stretto di Hormuz - Il Regno Unito ha sollecitato le navi britanniche a rimanere "fuori dall'area" dello Stretto di Hormuz per un "periodo provvisorio" dopo che l'Iran ha sequestrato una petroliera con bandiera britannica. "Restiamo profondamente preoccupati per le azioni inaccettabili dell'Iran, che rappresentano una chiara sfida per la liberta' di navigazione internazionale, e abbiamo consigliato alle navi britanniche di rimanere fuori dalla zona per un periodo", ha detto un portavoce del governo britannico in una dichiarazione.