CACCIA AGLI ESTREMISTI

Siria, al via voli di ricognizione Usa Ong: "Raid governativi contro Isis"

Le forze aeree americane hanno iniziato sorvoli sulle regioni controllate dai ribelli. Mentre Damasco sarebbe già passata all'azione

26 Ago 2014 - 21:11
 © -afp

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Gli Stati Uniti hanno iniziato le ricognizioni aeree sulle regioni della Siria controllate dagli estremisti dell'Isis. I voli sono stati autorizzati dal presidente Barack Obama e dallo stesso leader siriano Bashar Al Assad. Lo scrive il sito dell'emittente Al Jazeera citando fonti dell'amministrazione americana. Il governo di Damasco, intanto, sarebbe già passato all'azione secondo quanto riferito da una Ong.

L'Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria parla infatti di decine di raid compiuti dall'aviazione del regime di Damasco sulle postazioni dello Stato islamico nella provincia nord-orientale di Deyr az Zor.

Gli Usa: "Ancora nessuna decisione e nessun patto con Assad" - "Non c'è ancora alcuna decisione sui raid, ma al fine di contribuire a prendere tale decisione, si vogliono avere più notizie possibili sulla situazione", ha detto un alto funzionario Usa. Le informazioni di intelligence dovrebbero integrare quelle fornite dai satelliti e di altre fonti, ha aggiunto.

Il Comando Centrale delle forze armate degli Usa, che sovrintende le operazioni americane nella regione, ha richiesto più aerei di sorveglianza, tra cui droni, per raccogliere maggiori informazioni sui potenziali obiettivi dei jihadisti.

Gli Usa, attaverso il portavoce della Casa Bianca Josh Earnest, hanno comunque precisato che "non c'è alcun progetto di coordinamento con il regime di Assad" contro lo Stato Islamico.

Ucciso un americano che combatteva con l'Isis - Un cittadino americano, Douglas McAuthur McCain, 33 anni, di San Diego, è morto mentre combatteva a fianco dei jihadisti dell'Isis in Siria. Lo riferisce Nbc. Sarebbe stato ucciso negli scontri del weekend fra due gruppi di opposizione siriani, riferisce il Free Syrian Army. In tasca aveva 800 dollari e il passaporto americano.

Iraq, uccisi 700 turcomanni da Isis - Circa 700 civili appartenenti alla minoranza turcomanna sciita sono stati massacrati dai jihadisti dello Stato islamico (Isis) nel villaggio di Beshir, nel nord dell'Iraq. Lo ha detto il rappresentante dell'Unicef in Iraq, Marzio Babille, precisando che la strage è avvenuta tra l'11 e il 12 luglio. Tra le vittime anche "bambini, donne e vecchi".

Reporter liberato è a Tel Aviv, non pagato alcun riscatto - Il giornalista americano Peter Theo Curtis, liberato domenica in Siria, sta bene e si trova in transito a Tel Aviv sotto protezione americana. Lo ha riferito la portavoce del dipartimento di Stato Usa, Jennifer Psaki. Curtis è stato liberato dopo 22 mesi di prigionia in mano ai jihadisti del Jabhat Al Nusra, il ramo siriano di Al Qaeda.

Il governo Usa ha riconosciuto il ruolo avuto dal Qatar nella liberazione, ma ha precisato che non è stato pagato nessun riscatto. Curtis è stato consegnato domenica sera a un rappresentante dell'Onu sulle alture del Golan, lungo la linea di demarcazione fra Siria e Israele, e poi a "rappresentanti americani che lo hanno condotto a Tel Aviv dove si trova attualmente", ha detto la portavoce del Dipartimento di Stato.

Foley giustiziato, ma video probabilmente non autentico - Il video della decapitazione di James Foley, il giornalista decapitato dall'Isis, sarebbe stato una "messa in scena" secondo alcuni tra i maggiori esperti forensi internazionali, citati dal "Times" di Londra. Ma il risultato non cambia: il giornalista americano è stato comunque barbaramente ucciso, probabilmente nel nord della Siria. E ora emerge la terribile ipotesi che sia stato anche costretto a simulare la sua esecuzione. Per poi subire la decapitazione vera e propria lontano dalle telecamere: nel filmato viene mostrata la conclusione del supplizio.

Insomma una serie di trucchi e una elaborata post produzione, il tutto per avere il migliore ritorno possibile in termini di propaganda. In base all'analisi forense dei fotogrammi, è emerso che non si vede sangue nel corso della "decapitazione", sebbene il jihadista passi il coltello per almeno sei volte sul collo di Foley. Non solo, i suoni che emetterebbe il giornalista non sarebbero quelli tipici di una persona che sta subendo quel tipo di supplizio.

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