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Schengen, che cos'è e che cosa c'è da sapere su un accordo ora a rischio

Ecco quali paesi ne fanno parte e che cosa significa dal punto di vista pratico lʼabolizione dei controlli alle frontiere

Schengen, che cos'è e che cosa c'è da sapere su un accordo ora a rischio - foto 1
tgcom24

Schengen, in Lussemburgo, è la cittadina dove nel 1985 fu firmato lo storico accordo che, abolendo i controlli alle frontiere interne, aprì alla libera circolazione delle persone fra i paesi aderenti.

I primi firmatari dell'accordo furono Francia, Germania, Belgio, Paesi Bassi e, per l'appunto, Lussemburgo. L'accordo fu allargato nel tempo ad altri paesi: l'Italia, ad esempio, vi partecipa dal 1990.

Nel 1995 entrò in vigore la convenzione che definiva le condizioni di applicazione e le garanzie inerenti all'attuazione della libera circolazione. Quattro anni dopo l'integrazione della cooperazione di Schengen entrava nel quadro giuridico dell'Ue con il trattato di Amsterdam.

L'accordo di Schengen è universalmente considerato una delle conquiste più importanti nel processo d'integrazione in Europa. In caso di minacce per la sicurezza o difficoltà a controllare le frontiere esterne - come sta accadendo ora a causa della crisi dei rifugiati - le autorità nazionali possono comunque sospendere la libera circolazione ripristinando i controlli alle frontiere. Alcuni paesi, come Francia, Germania, Austria, Danimarca, Norvegia e Svezia l'hanno già fatto: senza una soluzione comune europea però, quella che dovrebbe essere una misura eccezionale e temporanea rischia di diventare definitiva e di portare alla cancellazione dell'accordo.