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Reddito di base, il sussidio universale e incondizionato: ecco come funziona in Finlandia e in Spagna

"Le Iene" analizzano alcuni dei progetti sperimentali che hanno permesso ai cittadini di non cadere in povertà e di migliorare la loro condizione 

Il reddito di cittadinanza, da sempre una misura molto discussa nel nostro Paese, non è un sussidio previsto solo all'interno dei nostri confini. Addirittura in alcuni paesi nel mondo si stanno sperimentando soluzioni che vanno verso un reddito universale e incondizionato: riconosciuto a tutti i cittadini, indipendentemente da quello che fanno e da quanto guadagnano. Le ragioni sarebbero due: una diseguaglianza sempre più forte tra la popolazione e l'automatizzazione del lavoro che presto potrebbe portare a sostituire i lavoratori con i robot. Per questo motivo in tutto il mondo sono partiti oltre 100 progetti sperimentali sul reddito di base. "Le Iene" sono volate in Finlandia per capire cosa succede in una società e al mercato del lavoro quando i cittadini ricevono un sussidio economico senza dover fare nulla in cambio. 

A Helsinki, infatti, il Governo con un progetto sperimentale dal 2017 al 2019 ha dato 560 euro al mese a 2mila residenti. Il sussidio non ha incrementato l'occupazione in senso stretto, ma secondo quanto riportato dalle "Iene" avrebbe fatto molto di più.

 

È il caso di una donna di origine irlandese che, nonostante gli studi e la formazione fatta, una volta arrivata in Finlandia ha avuto difficoltà a trovare lavoro. Tutto è cambiato quando è stata estratta tra i percettori del reddito di base: "Non mi è mai stato chiesto di trovare un lavoro - spiega la donna - e anche quando l'ho trovato ho continuato a percepire il sussidio". Uno stimolo economico che l'ha spinta a mettersi in proprio. "Questi soldi mi hanno dato l'oportunità di correre un rischio, se non avessi continuato a percepire il reddito di base avrei continuato a cercare un lavoro anziché diventare imprenditrice. L'ho fatto consepevole che avrei corso meno rischi, forte del fatto che avrei ricevuto in ogni caso quei 560 euro ogni mese". Due anni dopo, quando la sperimentazione si è conclusa, la percettrice non aveva più bisogno dei quei soldi perché ormai ne guagnava molti di più. "Quando inizi a guadagnare molto di più anche le tue tasse si alzano è così che lo Stato si riappropria di quei soldi", conclude. 

 

Il caso della donna intervistata da Italia 1 è l'esempio per il quale il governo finlandese è convinto che l'esperimento del reddito di base sia riuscito. La ministra degli Affari Sociali e della Salute finlandese spiega come l'esperimento abbia dato altre importanti informazioni. "Il benessere fisico e mentale delle persone è migliorato", un successo secondo la ministra, anche se il reddito ha fallito nell'intento di aumentare l'occupazione sul territorio, perché: "il sussidio universale sprona gli individui a essere parte attiva della società, aiutando a migliorare la loro condizione economica, sociale e individuale e intanto la disoccuapazione non è diminuita, ma non è neppure aumentata". 

 

In Spagna, invece, tra il 2017 e  il 2019 a Barcellona si è svolto un altro grande progetto sperimentale che ha dato risultati sorprendenti. A spiegarne il perché è Luis Torrens, l'esperto che si è occupato dello studio spagnolo secondo il quale: "Il problema più grande del reddito di cittadinanza italiano sarebbe il fatto che si perde nel momento in cui si trova occupazione, così le entrare del cittadino rimangono uguali o addirittura peggiorano: per questo motivo non si ha nessun interesse a ottenere quel lavoro perché il guadagno reale rimane immutato". Questo accadrebbe perché i cittadini poveri preferiscono avere un reddito basso, ma sicuro anziché un lavoro precario e senza prospettive. 

 

È il caso di Josè che per un periodo ha percepito il reddito di base: "Così ho avuto la possibilità di poter pagare la luce, l'acqua e l'affitto. Il reddito mi ha permesso di ottenere una sicurezza, quella forza che non avevo da tempo". Anche Janedi la pensa allo stesso modo. Lei ha sempre lavorato, ma ciò non le ha evitato il rischio di cadere in povertà. "Ho sempre fatto la parrucchiera, ma non arrivavo a fine mese. Con il lavoro e il reddito di base sono riuscita a badare alle mie figlie, ho comprato loro dei vestiti e non avevo nessuna paura di non riuscire a pagare le bollette", spiega la donna che racconta che nel biennio in cui ha percepito il sussidio la sua salute psicologica è aumentata cosa che le permette di vivere molto meglio oggi. 

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