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Miliardi nascosti in paradisi fiscali: documenti accusano leader mondo

Secondo i "Panama Papers", così chiamati dalle località dove è depositato il denaro (Panama e Seychelles), tra i nomi coinvolti figurano Putin, Xi Jinping, Lionel Messi, Jackie Chan, il re saudita, i premier di Islanda e Pakistan, Luca di Montezemolo

Milioni di documenti, già ribattezzati "Panama Papers", fatti trapelare sui media internazionali, accusano leader mondiali, funzionari d'intelligence e criminali di aver dirottato una gigantesca massa di denaro verso i paradisi fiscali.

Tra i nomi eccellenti, persone vicine al presidente russo Vladimir Putin, familiari del leader cinese Xi Jinping, del presidente ucraino Poroshenko, del re saudita, dei premier di Islanda e Pakistan.

"Circa un migliaio di clienti provenienti dal nostro Paese - si legge nell'articolo che compare sul sito de l'Espresso - sono citati, a vario titolo, nei documenti che il settimanale ha consultato. Imprenditori, professionisti, volti noti dello spettacolo, ma anche moltissimi personaggi sconosciuti alle cronache sono approdati a Panama per mettere al sicuro il patrimonio di famiglia. Nei prossimi giorni, una volta completate le nostre verifiche, daremo conto di questi affari offshore".

Nelle carte dello scandalo figurano anche il calciatore Lionel Messi, l'ex fuoriclasse della Juve e dirigente attualmente sospeso della Uefa Michel Platini, l'attore cinese Jackie Chan, il re del Marocco Mohamed VI, e quello dell'Arabia Saudita Salman: questi ultimi furono aiutati da Mossack Fonseca nell'acquisizione di yacht di lusso.

Tra i nomi eccellenti anche quello del padre del primo ministro britannico David Cameron, morto nel 2010, e dirigenti sportivi sudamericani già comparsi nello scandalo Fifa, come l'ex vicepresidente del calcio mondiale Eugenio Figueredo e suo figlio Hugo, oltre all'uruguaiano Juan Pedro Damiani, del comitato etico della stessa Fifa.

Il nome di Messi viene collegato ad una società con sede a Panama denominata Mega Star Enterprises Inc. e creata nel 2012 - apparentemente per sottrarre capitali al fisco - da Mossack Fonseca.

Per quanto riguarda Platini, secondo Le Monde fece aprire una società offshore circa un anno dopo la sua elezione ai vertici del calcio europeo e chiese agli avvocati della Mossack Fonseca di amministrare la Balney Enterprises Corp., nata a Panama il 27 dicembre 2007. Il quotidiano francese non ha avuto risposta alle domande poste a Platini sulle finalità di questa società, ma attraverso un suo portavoce ha fatto sapere che "i suoi affari sono assolutamente legali".

Nella lunga lista di nomi coinvolti nello scandalo ci sono anche parenti e persone vicine al presidente siriano Bashar Al Assad, ma anche il defunto Muammar Gheddafi e l'ex presidente egiziano Hosni Mubarak. L'elenco continua ad allungarsi di ora in ora e spazia dalla politica, allo spettacolo, allo sport. Tra gli altri ci sono i nomi del presidente dell'Argentina Mauricio Macri e di parenti del presidente dell'Azerbaigian Ilham Aliyev.

I documenti analizzati da l'Espresso "confermano che lo studio Mossack Fonseca ha curato anche gli interessi del presidente di Alitalia. Nei primi mesi del 2007 sono stati siglati una serie di contratti che, tra l'altro, indicano Montezemolo come procuratore di Lenville. Il manager, a quell'epoca al vertice di Ferrari e presidente di Fiat, avrebbe ricevuto la delega per operare su un conto alla Bim Suisse, filiale elvetica dell'italiana Banca Intermobiliare. Raggiunto da l'Espresso, Montezemolo non ha risposto alle richieste di chiarimenti".

"Mossack Fonseca non risulta essere un consulente fiscale della capogruppo" è stata invece la replica del portavoce di Unicredit mentre Ubi Banca ha fatto sapere di non avere " società controllate in quelle località".