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La visita del presidente Usa a Cuba, storica stretta di mano tra Obama e Raul Castro

Il numero uno della Casa Bianca è il primo presidente americano a recarsi nellʼisola dopo 88 anni. Lʼincontro al Palazzo della Rivoluzione a LʼAvana

La visita del presidente Usa a Cuba, storica stretta di mano tra Obama e Raul Castro - foto 1
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Il presidente americano Barack Obama ha incontrato il presidente cubano Raul Castro al Palazzo della Rivoluzione de L'Avana.

Storica stretta di mano tra i due leader, che hanno passato insieme in rassegna le truppe, mentre nella sala risuonava per la prima volta l'inno statunitense. Il numero uno della Casa Bianca è il primo presidente americano a recarsi a Cuba dopo 88 anni.

Castro, a fianco di Obama, ha stretto la mano anche al segretario di Stato John Kerry e ad altri rappresentanti americani. Il leader dell'isola caraibica ha ricevuto l'ospite con una calorosa stretta di mano e un largo sorriso. Poi insieme hanno posato davanti a foto e videocamere.

In precedenza Obama aveva deposto una corona di fiori al monumento a José Martí, eroe nazionale, in piazza della Rivoluzione.

Castro: "La revoca dell'embargo è essenziale" - L'embargo Usa rappresenta "un ostacolo" allo sviluppo di Cuba. Solo dopo la sua eliminazione si aprirà una nuova strada. La rimozione dell'embargo è essenziale", ha dichiarato Castro.

"Cuba difende i diritti umani ed è disposta al dialogo su questo argomento", ha spiegato il leader cubano ribadendo la necessità e l'urgenza della restituzione di Guantanamo. "I diritti umani non devono essere politicizzati. Abbiamo il diritto alla salute, il diritto all'educazione, la parità di salario tra uomini e donne, lasciateci lavorare in modo che possiamo rispettare tutti i diritti umani", ha aggiunto.

"Diritti umani? Lasciateci lavorare" - "I diritti umani non devono essere politicizzati", ha poi proseguito il presidente cubano Raul Castro, un po' stizzito dalle insistenti domande sul tema. "Abbiamo il diritto alla salute, il diritto all'educazione, la parità di salario tra uomini e donne, lasciateci lavorare", ha sottolineato. "Nessun Paese al mondo rispetta tutti i 61 diritti conferiti a livello internazionale, mentre Cuba ne rispetta 47", ha concluso.

Obama: "Questo è un giorno nuovo tra Usa e Cuba" -
"Grazie per l'accoglienza a me, alla mia famiglia e alla mia delegazione. Da mezzo secolo la visita di un presidente americano qui era inimmaginabile, questo è un giorno nuovo" tra i nostri due Paesi, ha sottolineato invece il presidente americano.

"Futuro di Cuba lo decideranno solo i cubani" - "Il futuro di Cuba non viene deciso dagli Usa o da altre nazioni. Cuba è un Paese sovrano e il suo destino lo decideranno i cubani e nessun altro".

"Da Papa contributo decisivo avvicinare Usa-Cuba" - Obama ha poi voluto ringraziare esplicitamente il "paziente lavoro di mediazione" di Papa Francesco e del cardinale arcivescovo de L'Avana, Ortega, che "hanno contribuito in modo decisivo" a riavvicinare i due Paesi.

"Embargo finirà" - "L'embargo finirà", ha annunciato Obama. "Quando finirà, non posso dirlo con sicurezza. Il percorso andrà avanti oltre la mia amministrazione. La ragione è logica. Quello che abbiamo fatto per 50 anni non è servito agli interessi degli Stati Uniti e nemmeno a quelli dei cubani. Se continui a fare una cosa per 50 anni e non funziona, ha senso provare qualcosa di nuovo", ha detto Obama, rispondendo a un giornalista.

Ci sono, per Obama, due modi per accelerare questo processo e lo ha spiegato anche al presidente Castro: "Il primo è approfittare intanto dei cambiamenti già fatti, che servono a certificare questo cambiamento. La seconda area riguarda il tema dei diritti umani: le persone sono ancora preoccupate di quello che succede a Cuba".