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La Cina inizia le manovre militari intorno all'isola di Taiwan

I media cinesi: le esercitazioni stanno provano l'accerchiamento totale dell'isola

Le forze armate cinesi hanno iniziato le manovre "di prontezza al combattimento e le esercitazioni militari intorno allo Stretto di Taiwan, a nord e a sud dell'isola di Taiwan, e nello spazio aereo e marittimo a est dell'isola".

È quanto ha riferito un portavoce del Comando, suscitando l'immediata reazione di Taipei, secondo cui le esercitazioni "minacciano la stabilità e la sicurezza regionali".

 

 

Le esercitazioni, che dureranno sino a lunedì 10 aprile, seguono il ritorno della presidente di Taiwan, Tsai Ing-wen, dagli Stati Uniti, dove ha incontrato, tra gli altri, il presidente della Camera dei rappresentanti, Kevin McCarthy. Le manovre di "risposta rapida" rappresentano "un serio monito" contro "la provocazione dei separatisti" con le "forze esterne" e "un'azione necessaria per salvaguardare la sovranita' nazionale e l'integrita' territoriale", fa sapere il ministero della Difesa cinese.

 

 

Le autorità di Taiwan hanno denunciato la presenza di otto navi da guerra e 42 aerei da combattimento cinesi, 29 dei quali avrebbero superato la linea mediana dello Stretto, che segna convenzionalmente il confine territoriale con la Cina. Le manovre, ha fatto sapere il network statale cinese Cctv, stanno provando un "accerchiamento totale" di Taiwan, con "pattugliamenti e avanzamenti intorno all'isola, dando forma a posizioni di accerchiamento e deterrenza a tutto tondo".

 

Pechino aveva reagito all'incontro tra McCarthy e Tsai, tenuto mercoledì 5, sanzionando i luoghi e le istituzioni che lo avevano organizzato: il think tank Hudson Institute, la biblioteca presidenziale Ronald Reagan e rispettivi responsabili di tali organizzazioni, accusati di avere fornito a Tsai "una passerella per promuovere l'indipendenza dell'isola negli Stati Uniti". Al rientro in patria, Tsai aveva detto che non avrebbe comunque ceduto alle pressioni della Cina e portato avanti il dialogo con i partner internazionali. "Abbiamo dimostrato alla comunità internazionale che, di fronte a pressioni e minacce, Taiwan sarà ancora più unita e non cederà assolutamente ad atti di repressione, né è disposta a interrompere le sue interazioni col mondo".

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