Khamenei contro Charlie Hebdo: "Vignette sono peccato imperdonabile"
La scorsa settimana la rivista satirica francese aveva deciso di ripubblicare le vignette su Maometto che lʼavevano resa bersaglio del terrorismo. Ora la condanna del leader religioso iraniano
Con la pubblicazione nel 2015 e la ripubblicazione la scorsa settimana delle vignette su Maometto, il settimanale satirico francese Charlie Hebdo ha compiuto "un peccato imperdonabile". A dirlo è la Guida suprema iraniana, Ali Khamenei, secondo cui l'iniziativa della rivista in occasione dell'apertura del processo "ha rivelato l'odio del sistema politico e culturale occidentale verso l'Islam e la comunità musulmana".
Dura reazione - "Il peccato imperdonabile di Charlie Hebdo ha rivelato l'ostilità e l'odio del sistema politico e culturale occidentale verso l'Islam e la comunità musulmana". La Guida Suprema iraniana Ali Khamenei commenta così la scelta del settimanale satirico Charlie Hebdo di ripubblicare le vignette satiriche su Maometto che nel 2015 causarono l'attentato in cui morirono 12 persone. Parole critiche anche verso il governo francese e il suo rifiuto "sbagliato e demagogico" di condannare le vignette in difesa della libertà di espressione.
"Scelta inevitabile" - La redazione del settimanale satirico definì "inevitabile" la ripubblicazione dei disegni alla vigilia del processo sull'attentato del 2015. "Dopo gennaio del 2015 ci hanno spesso chiesto di realizzare altre caricature di Maometto. Ci siamo sempre rifiutati e non perché questo sia vietato, la legge ci autorizza, ma perché serviva una buona ragione per farlo, una ragione con un senso e che portasse qualcosa al dibattito", aveva scritto la redazione nel nuovo numero.
Processo al via - E' iniziato il processo che coinvolge 14 imputati, tutti accusati di aver facilitato l'organizzazione degli attentati messi in atto tra il 7 e il 9 gennaio 2015 dai fratelli Said e Cherif Kouachi e da Amédy Coulibaly. Il 7 gennaio i fratelli Kouachi, jihadisti, assaltarono la redazione del settimanale nel cuore di Parigi durante la riunione di redazione, uccidendo 12 persone, riuscendo poi a scappare. Il giorno dopo un delinquente radicalizzato in carcere, Coulibaly, uccise una poliziotta a Montrouge, banlieue sud di Parigi, poi il 9 gennaio tolse la vita a 4 ebrei durante una presa di ostaggi in un supermercato di prodotti kosher. Morì nell'assalto sferrato dalle teste di cuoio antiterrorismo, mentre i Kouachi furono uccisi poco prima, dopo essersi asserragliati in una tipografia vicino alla capitale.
Proteste anche dal Pakistan - L'Iran è il secondo Paese sciita a condannare la decisione di Charlie Hebdo. Subito dopo la diffusione della notizia anche il Pakistan l'aveva bollata come grave provocazione che "mira a urtare i sentimenti di miliardi di musulmani".
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