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Israele dice no al donatore di seme già padre di 33 figli e in attesa di altri 10

"I donatori devono essere anonimi o firmare per diventare co-genitori e Nagel non può essere co-genitore di così tanti figli", spiega il governo israeliano

Israele dice no al donatore di seme già padre di 33 figli e in attesa di altri 10 - foto 1
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Per Ari Nagel, professore newyorkese di 42 anni, ormai conosciuto come "Lo sperminatore", aiutare le donne a concepire è una missione.

Una missione che gli ha permesso di viaggiare mezzo mondo per donare il suo seme. Particolarmente richiesto per le sue caratteristiche, una spiccata intelligenza, occhi azzurri e carnagione chiara, oggi Nagel, che ha già 33 figli e 10 in arrivo, dovrà fermarsi, almeno in Israele. Il Ministero della salute ebraico ha, infatti, vietato alle cliniche israeliane sulla fertilità di usare il suo sperma, perché secondo la legge i donatori devono essere anonimi o firmare per diventare co-genitori, ma Nagel non può, a suo avviso, essere co-genitore di così tanti figli.

Alle aspiranti madri che avevano già scelto l'uomo il Ministero ha addirittura inviato una lettera in cui le avvisa dell'impossibilità di avere proprio lui come donatore.

"Non ho mai chiesto nulla in cambio, se non il biglietto per raggiungere il luogo e baci e abbracci", ha dichiarato "Lo sperminatore", che ad oggi ha figli di diverse razze, avendo donato a donne asiatiche, afro-americane ed europee. L'ultimo della sua numerosa prole nascerà in Taiwan ad agosto. 

"Considerando il numero di donne a cui il signor Nagel ha donato il suo sperma, non riteniamo ulteriori donazioni né oneste né ragionevoli", si legge nella lettera ministeriale inviata alle madri. Il divieto nasce da una legge che in Israele obbliga i donatori a rimanere anonimi. Secondo il Ministero della sanità diverse donne si erano rivolte a cliniche in Israele per chiedere donazioni a Nagel e questo "va contro le leggi e le norme sulla questione". 

L'unica eccezione è prevista nel caso in cui il donatore non anonimo firma un documento in cui dichiara di voler essere co-genitore del bambino, documento che Nagel ha detto di aver firmato con una donna che lo ha fatto volare oltreoceano sei mesi fa e con altre seiche attualmente hanno il suo sperma congelato in strutture di stoccaggio israeliane. 

Secondo il Ministero gli accordi presi non possono essere rispettati, perché "Lo Sperminatore" non può fare da co-genitore a così tanti figli. "Certo non posso essere un padre sempre presente, visto il numero, ma non sparisco dopo l'inseminazione", ha risposto l'uomo riferendosi agli incontri che periodicamente fa con la sua prole internazionale, poiché ritiene "importante che si conoscano i propri fratelli e si instauri un buon rapporto con loro".

"Non è giusto quanto deciso dal Ministero - ha continuato Nagel - . Così si spingono le israeliane ad andare in altri Paesi per ricevere una donazione. Io non faccio altro che aiutare donne che hanno difficoltà ad avere figli ad esempio perché hanno più di 40 anni".

Intanto una delle sette israeliane che sperano ancora di avere un bimbo da lui ha portato il caso in tribunale. La sua richiesta è stata respinta, ma la donna ha fatto appello e ora sarà la Corte Suprema a decidere se concederle o meno di concepire con lo sperma donato dallo sperminatore.

Alla domanda se utilizzerà altri metodi nel caso in cui il parere del tribunale fosse sfavorevole, Nagel scherzando ha ammesso di aver inseminato alcune donne col metodo tradizionale in passato: "Ho 15 bambini con lesbiche ma ho anche aiutato transessuali ed eterosessuali, in alcuni Paesi sono andato oltre i metodi ritenuti 'standard' o 'consuetudinari'".