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Incidente ferroviario in Grecia, la storia del 20enne che ha salvato almeno 10 passeggeri: "Ha rotto i vetri a pugni"

"È un eroe perché, pur mettendo a rischio la sua stessa vita, non ha abbandonato la carrozza nonostante l'enorme incendio che divampava accanto a lui", ha detto la dottoressa che ha reso nota la sua storia

Incidente ferroviario in Grecia, la storia del 20enne che ha salvato almeno 10 passeggeri: "Ha rotto i vetri a pugni" - foto 1
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Una storia di speranza arriva dalla Grecia in lutto per lo scontro ferroviario avvenuto martedì notte presso Larissa, che ha causato, secondo l'ultimo bilancio, 57 morti.

È quella di Andreas Alikaniotis, giovane promessa del nuoto di 20 anni. Il ragazzo, che studia a Salonicco, era partito da Atene e si trovava nella seconda carrozza del treno passeggeri coinvolto nello scontro. Subito dopo l'incidente, invece di fuggire mentre divampava l'incendio, lo studente è rimasto sul treno, ha rotto a mani nude i vetri dei finestrini e ha aiutato le persone a uscire. "Ne ha salvato almeno dieci", ha detto una dottoressa dell’ospedale di Larissa, Eri Tziastoudis. È stata proprio quest'ultima a raccontare la storia di Andreas su Facebook.

 

Il post della dottoressa - La dottoressa ha descritto Andreas come un "angelo in terra". "È un eroe perché, pur mettendo a rischio la sua stessa vita, non ha abbandonato la carrozza nonostante l'enorme incendio che divampava accanto a lui. È riuscito a rompere il vetro dei finestrini e a salvare almeno dieci tra bambini, ragazzi e ragazze. In questa giornata nera, Andreas ci ha mostrato che la nuova generazione di greci ha gentilezza, principi ed etica! Congratulazioni a te, Andreas, e ai tuoi genitori per come ti hanno cresciuto!", ha scritto Tziastoudis.

 

Le proteste per l'incidente - Mentre cresce il numero dei morti dell'incidente - altri 14 corpi carbonizzati sono arrivati giovedì alla camera mortuaria di Larissa, portando il tragico bilancio della collisione ad almeno 57 vittime, un conto che è destinato a salire ancora, visto che secondo i vigili del fuoco ellenici ci sono 56 persone ufficialmente disperse e 48 feriti, sei dei quali in terapia intensiva - aumenta anche la rabbia di famiglie, sindacati e di tutta la società greca, scioccata da una tragedia che viene imputata a scarsa manutenzione, strutture vecchie e personale in numeri insufficienti.

 

Il primo e finora unico imputato è il capostazione di Larissa, un 59enne con poca esperienza che avrebbe ammesso il proprio errore, secondo i media greci. L'uomo - assunto solo pochi mesi fa - avrebbe detto al magistrato di aver indirizzato il treno sul binario sbagliato e di non essersi reso conto della svista fino al momento dell'incidente. Ma molti, oggi, lo ritengono poco più di un capro espiatorio per un sistema che ha mostrato tutta la sua inadeguatezza - in particolare per l'assenza di sistemi automatici e segnali luminosi funzionanti - causando il peggior incidente ferroviario della storia greca.

 

Oltretutto, sarebbe emerso che sul convoglio passeggeri diretto a Salonicco, che si è scontrato frontalmente col merci che andava a Larissa, viaggiavano più persone del consentito. Molti di loro erano studenti che rientravano da Atene dopo le festività del Carnevale greco ortodosso. Mentre nella Valle di Tebi le operazioni di soccorso procedono con difficoltà attraverso l'utilizzo di gru per sollevare le lamiere dei vagoni accartocciate dall'impatto frontale e fuse dalle fiamme, ad Atene e in altre città la protesta è esplosa.

 

Giovedì, gruppi di dimostranti si sono radunati davanti alla sede ateniese della Hellenic Train - l'operatore dei treni passeggeri e merci, controllata da Trenitalia e dalla capogruppo FS italiane - per denunciare le carenze del sistema ferroviario. Uno striscione denunciava "le privatizzazioni uccidono" (anche se la rete è gestita non da Hellenic Train ma dalla società statale greca Ose, che ha emesso il suo primo comunicato di cordoglio 40 ore dopo l'incidente) e nel corso della manifestazione in mattinata ci sono stati scontri tra dimostranti e polizia.

 

In serata, nuovo concentramento davanti agli uffici della società ferroviaria ma soprattutto a piazza Syntagma, davanti al Parlamento, dove circa 3mila persone hanno sfidato la pioggia per prendere parte ad una marcia silenziosa di protesta.

 

Il governo - mercoledì ha dato le dimissioni il ministro dei Trasporti Kostas Karamanlis - ha ammesso attraverso il portavoce Yannis Oikonomou che i ritardi nella modernizzazione delle ferrovie "hanno origine nelle patologie croniche del settore pubblico greco e in decenni di debolezza". Ma tra i dimostranti c'è chi teme che l'inchiesta finisca in qualche palude dove non verranno accertate le diverse responsabilità: a Larissa, fuori da un ospedale dove sono stati portati i feriti è stato appeso uno striscione per denunciare possibili insabbiamenti nell'indagine in corso. Accanto alla rabbia, la pena e il dolore dei parenti, molti dei quali si sottopongono al test del dna per consentire l'identificazione dei resti umani irriconoscibili estratti dalle lamiere. Una tragedia che in Grecia tocca l'intero Paese che si stringe alle vittime: lunghe file di donatori di sangue si sono formate davanti agli ospedali.

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