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Gli scienziati: possibile la vita nell'oceano di una luna di Saturno

La scoperta si basa sui dati raccolti dalla sonda Cassini

L'oceano di acqua liquida nascosto sotto i ghiacci di Encelado, una delle lune di Saturno, potrebbe avere condizioni capaci di favorire la vita.

La scoperta, pubblicata sulla rivista Science, si basa sui dati raccolti dalla sonda Cassini, delle agenzie spaziali di Usa (Nasa), Europa (Esa) e Italia (Asi). La ricerca è coordinata da Junter Waite, del Southwest Research Institute.

Che i ghiacci di Encelado nascondano un oceano lo aveva dimostrato nel 2014 la ricerca italiana condotta Luciano Iess, dell'università Sapienza di Roma, e finanziata dall'Asi, sempre sulla base dei dati rilevati da Cassini. Adesso la stessa missione, con un altro strumento, ha individuato indizi della presenza, nell'oceano, di sorgenti geotermali che potrebbero essere simili a quelle note sulla Terra.

Nel 2015, in uno dei "tuffi" della sonda Cassini nei vapori dei geyser liberati dalle crepe nei ghiacci che nascondono l'oceano, lo strumento Ion Neutral Mass Spectrometer, ha rilevato idrogeno e anidride carbonica, entrambi "ingredienti critici - osserva Science - per il processo noto come metanogenesi", ossia per la produzione di metano da parte di microrganismi.

Commentando la scoperta su Science, il geochimico Jeffrey Seewald, dell'istituto oceanografico Woods Hole, la considera "un passo in avanti importante nel valutare quanto Encelado possa essere abitabile". Per l'astrobiologa Daniela Billi, dell'universitù di Roma Tor Vergata, "lo scenario suggerito dall'articolo sull'oceano di Encelado ricorda quanto è avvenuto sulla Terra nelle lost city", ossia negli sfiatatoi idrotermali scoperti nel 2000 in fondo al Pacifico e subito individuati come luoghi ideali per l'origine della vita".

In ambienti come questi, ha aggiunto l'esperta, il "motore madre della vita" è stato il processo serpentinizzazione, ossia una reazione tra rocce metalliche e acqua che libera calore, producendo idrogeno e metano. Anche quello ipotizzato in fondo all'oceano di Encelado, ha osservato, sembra un "reattore primordiale: sembra di vedere quello che potrebbe essere successo negli oceani terra intorno a 4 miliardi di anni fa".