Giappone, il macchinista va in bagno e il treno ritarda di un minuto: scatta l'inchiesta
Il conducente ha lasciato la guida del mezzo a un collega non esperto: è successo lungo la tratta tra Atami e Mishima, la più trafficata del Paese
In Giappone il treno ad alta velocità "Shinkansen", chiamato anche "proiettile", ha accumulato un minuto di ritardo durante un viaggio. Episodio che ha fatto finire nei guai il macchinista, reo di aver affidato il controllo del mezzo a un dipendente non qualificato perché doveva andare in bagno. Un'assenza durata in tutto tre minuti, ma per cui l'azienda ha chiesto scusa e aperto un'inchiesta.
Lungo la tratta tra Atami e Mishima - Il macchinista 36enne, secondo quanto reso noto da un operatore della JR Central, durante la sua assenza ha lasciato che il treno "Shinkansen" sfrecciasse a 150 km orari con 160 passeggeri a bordo, sotto il controllo e la guida di una persona non in possesso di idonea licenza. E' successo domenica 16 maggio lungo la tratta tra Atami e Mishima, una delle più trafficate del paese, nella prefettura di Shizuoka, a sud dell'arcipelago.
Cosa prevede il regolamento - L'operatore ferroviario ha segnalato quanto avvenuto al ministero dei Trasporti, classificandola come una violazione dell'ordinanza governativa, e con ogni probabilità il conducente e l'assistente saranno sanzionati. La tratta in questione è stata costruita appositamente per i treni cosiddetti proiettile, conche viaggiano a velocità che raggiungono i 285 chilometri orari. In base al regolamento, il conducente che ha problemi di salute durante la guida ha il compito di segnalarlo alla centrale operativa, e l'obbligo di fermarsi alla stazione successiva se non c'è nessun altro a bordo a cui passare il comando.
Il ritardo sulla tabella di marcia - La violazione del regolamento è emersa dopo che l'operatore ha riscontrato un ritardo di un minuto sulla tabella di marcia, e da un'immagine successiva della cabina del convoglio è stata notata l'assenza del conducente dalla cabina. Inizialmente il guidatore ha sostenuto di aver avuto dolori addominali e di non ricordare l'accaduto, confessando alla fine che non "voleva causare ritardi ai passeggeri, fermandosi per una sosta alla successiva stazione".
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