PER I FINANZIAMENTI DELLA CAMPAGNA DI SARKOZY

Francia, Carla Bruni indagata e sotto controllo giudiziario

Le accuse per la moglie di Nicolas Sarcozy sono legate all'inchiesta sulla ritrattazione della testimonianza dell'uomo che accusava l'ex presidente di aver finanziato la campagna elettorale con fondi libici

09 Lug 2024 - 21:33
 © Afp

© Afp

La ex premiere dame di Francia, Carla Bruni, è stata messa sotto inchiesta nel caso della clamorosa ritrattazione del faccendiere Ziad Takieddine, grande accusatore del marito, Nicolas Sarkozy, nella vicenda dei finanziamenti libici per la sua vittoriosa campagna elettorale del 2007. Carla Bruni è sospettata di sfruttamento di corruzione di testimone e partecipazione ad associazione per delinquere allo scopo di truffa alla giustizia.

Alla moglie dell'ex presidente della Repubblica sono state imposte misure di vigilanza come il divieto di entrare in contatto con tutti i protagonisti della vicenda, ad eccezione del marito. Nella complicata vicenda, Bruni è anche stata posta sotto lo statuto di testimone informato per il reato di associazione per delinquere allo scopo di corrompere personale giudiziario di un altro Stato, in Libano.

La testimonianza, la ritrattazione e la smentita della ritrattazione

 Takieddine era il principale testimone a carico di Sarkozy dal 2012 sull'inchiesta relativa ai finanziamenti libici ma all'improvviso fu protagonista del clamoroso voltafaccia, anche davanti alle telecamere. Dichiarò che l'ex capo dello Stato non aveva "preso un centesimo, cash o non cash, per le elezioni presidenziali" del 2007 da parte dell'allora leader libico Muammar Gheddafi. Poche settimane più tardi, cambiò di nuovo versione, smentendo la ritrattazione.

L'operazione "Sauver Sarko"

 Stando a quanto appurato dai giudici, per minimizzare le responsabilità dell'ex presidente nella vicenda del finanziamento libico, vicenda per la quale Sarcozy comparirà in tribunale dal gennaio 2025, era stata messa in piedi una vera e propria operazione con tanto di nome in codice, "Sauver Sarko". Primo passo era ottenere da Ziad Takieddine, principale accusatore, una ritrattazione delle accuse. Cosa che avvenne prima sui media, con un'intervista a Paris Match e una dichiarazione a BFM TV, poi presso un notaio incaricato di recapitare un documento ufficiale alla giustizia francese. Ziad Takieddine doveva essere pagato lautamente per ritrattare le accuse, si è parlato di 600milaeuro.

Il ruolo di Carla Bruni

 Dall'indagine è emerso il ruolo centrale avuto nell'operazione da Mimi Marchand, protagonista popolarissima della stampa "people" francese, molto amica di Carla Bruni. Le indagini si sono quindi orientate sulla ex premiere dame e la polizia avrebbe trovato indizi importanti che lasciano pensare che anche lei abbia collaborato con Mimi Marchand per tentare di "salvare Sarko".

Alle domande degli inquirenti sul motivo che l'avrebbe indotta a numerose visita a casa di Nicolas Sarkozy all'epoca dei fatti, Mimi Marchand aveva risposto che il motivo era soltanto andare a trovare la sua amica Carla. Gli inquirenti sospettarono però subito Bruni di una "volontà di dissimulare" questi contatti, dal momento che cancellò dalla memoria del suo cellulare tutti i messaggi con la Marchand il 5 giugno 2021, giorno della comunicazione a quest'ultima del suo coinvolgimento nell'inchiesta. Bruni, quindi, sarebbe sospettata di aver svolto un ruolo di contatto fra diversi protagonisti dei fatti.

Commenti (0)

Disclaimer
Inizia la discussione
0/300 caratteri