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Elezioni Spagna, socialisti vincono ma sono senza maggioranza | Exploit dell'estrema destra di Vox

Situazione nuovamente di stallo a Madrid con i popolari al secondo posto. Vox diventa la terza forza politica nazionale, crollo di Ciudadanos

Il Partito Socialista di Pedro Sanchez vince le elezioni spagnole ma si ferma a una soglia di parlamentari ben lontana dalla maggioranza. Al secondo posto, in crescita, il Partito Popolare ma il vero exploit è quello dell'estrema destra di Vox che si impone come terza forza politica della Spagna raddoppiando la rappresentanza parlamentare.

Male Podemos, ancora peggio Ciudadanos. Questo in sintesi l'esito delle quarte elezioni iberiche in altrettanti anni.

Un risultato che lascia inevitabilmente spazio a scenari di coalizione. Con oltre l'80% dei voti scrutinati il Psoe è a 122 seggi (28.34%), un risultato pressochè identico ai 123 ottenuti lo scorso aprile. Secondo si piazza il Partito Popolare, in crescita a 85 (20,73%) e terzo Vox a 53 (15.11%). Al quarto posto c'è Unidos Podemos con 35 (12.78%) mentre Ciudadanos si fermerebbe addirittura a 10 (6.72%). Tutti i partiti sono quindi lontani dai 176 richiesti per avere la maggioranza. Non e' quindi bastato al premier socialista Pedro Sanchez fare appello ai 37 milioni di elettori per avere un mandato chiaro che potesse mettere fine all'instabilità politica che dal 2015 affligge il Paese.

 

Sanchez: "Il Psoe ha vinto le elezioni" "Il partito socialista ha vinto per la terza volta quest'anno le elezioni". Sono le prime parole del leader socialista Pedro Sanchez dopo che i risultati hanno confermato il Psoe come primo partito in Spagna. "Voglio fare un appello a tutti i partiti politici, perché bisogna lavorare con generosità e responsabilità per sbloccare la situazione politica", ha aggiuntoPedro Sanchez. 

 

Partono i festeggiamenti nella sede di Vox Partono i festeggiamenti presso la sede del partito spagnolo di ultradestra Vox, a Madrid, con il leader Santiago Abascal e il suo numero due Javier Ortega Smith che salutano la folla che in un tripudio di bandiere spagnole. Intanto, con oltre il 93% dei voti scrutinati per Vox si indicano 52 seggi.

 

Catalogna ha catalizzato la campagna elettorale Al centro della campagna elettorale è stata la Catalogna, dopo le violente proteste di metà ottobre, seguite alle condanne a lunghe pene carcerarie a nove leader indipendentisti per la spinta separatista del 2017. Vox ha capitalizzato i timori degli spagnoli promettendo di "usare maniere forti", per voce del leader Santiago Abascal che ha parlato di rendere illegali i partiti secessionisti, di sospendere dell'autonomia della Catalogna e di arrestare il presidente indipendentista catalano, Quim Torra. Sanchez ha chiesto agli elettori di votare per arginare "lo spirito del franchismo" incarnato da Vox, criticando anche la destra per non aver esitato ad allearsi al movimento di ultradestra per controllare l'Andalusia, zona piu' popolosa di Spagna, la regione di Madrid, la piu' ricca, e il municipio della capitale. "La Spagna ha bisogno di un governo progressista, per tenere testa al franchismo, all'estremismo e ai radicali", ha martellato Sanchez in campagna elettorale.
 

 

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