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Egitto, scarcerati i tre dirigenti della ong per cui lavorava Zaki | Lo studente resta in carcere

A dare lʼannuncio della liberazione via Twitter lʼorganizzazione Eipr (Iniziativa egiziana per i diritti personali)

I tre dirigenti dell'ong Eipr arrestati al Cairo sono stati scarcerati: lo scrive su Twitter la stessa organizzazione non-governativa per cui lavorava Patrick Zaki. "Gasser, Karimi e Basheer sono stati lasciati andare direttamente dalla prigione di Tora. Insolito. Ora sono o a casa o sulla via di casa", scrive l'Iniziativa egiziana per i diritti personali (Eipr). Zaki resta invece in carcere.

I tre erano stati arrestati il mese scorso con accuse di terrorismo. Gli arresti erano stati eseguiti dopo che i tre membri della Ong, compreso il direttore dell'Eipr Gasser Abdel-Razek, avevano ospitato diplomatici stranieri per discutere della situazione dei diritti umani in Egitto.

 

Le accuse a loro rivolte sono state di appartenenza a un gruppo terroristico e di diffusione di informazioni false. Non è chiaro se il rilascio implichi il ritiro delle accuse.

 

L'ordine di scarcerazione precede una visita di alto profilo del presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi prevista per la prossima settimana in Francia, dove incontrerà il presidente Emmanuel Macron. I gruppi per i diritti umani hanno chiesto a Macron, il cui governo è un importante fornitore di armi in Egitto, di fare pressioni su al-Sisi per liberare i tre e gli altri attivisti, tra cui Patrick Zaki.

 

 La detenzione dei tre ha scatenato la condanna internazionale, anche da parte delle Nazioni Unite e di diversi governi stranieri. Il consigliere per la politica estera del presidente eletto Usa Joe Biden, Antony Blinken, all'epoca aveva commentato che "incontrare diplomatici stranieri non è un crimine. Né lo è difendere pacificamente i diritti umani".

 

Il governo di al-Sisi, alleato degli Stati Uniti con profondi legami economici con i Paesi europei, ha intrapreso una tra le più pesanti repressioni del dissenso nella storia moderna della nazione mediorientale, prendendo di mira non solo gli oppositori politici islamisti ma anche gli attivisti per la sicurezza a favore della democrazia, i giornalisti e i critici che si esprimono online.

 

I gruppi locali indipendenti per i diritti hanno in gran parte cessato di operare. L'Eipr, attivo da 18 anni, è il gruppo più importante dei pochi ancora attivi, che continua a lavorare per documentare le violazioni dei diritti civili, le condizioni carcerarie, la violenza settaria e la discriminazione contro le donne e le minoranze religiose.

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