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Draghi all'Onu: "Referendum in Ucraina nuova violazione di Putin" | "La Ue faccia di più, ora price cap gas"

Il premier italiano è intervenuto davanti alla platea dell'Assemblea generale 


Draghi all'Onu: "Referendum in Ucraina nuova violazione di Putin" | "La Ue faccia di più, ora price cap gas" - foto 1
Afp

Il premier italiano Mario Draghi rilancia la sua proposta di price cap del gas davanti alla platea dell'Assemblea generale dell'Onu.

"Ora dobbiamo fare di più, soprattutto a livello europeo - ha detto -. Come l'Italia sostiene da tempo, l'Unione Europea deve imporre un tetto al prezzo delle importazioni di gas, anche per ridurre ulteriormente i finanziamenti che mandiamo alla Russia. L'Europa deve sostenere gli Stati membri mentre questi sostengono Kiev". Draghi ha anche definito il referendum annunciato nei territori occupati "un'ulteriore violazione del diritto internazionale".

 

 

Mario Draghi parla per la seconda e ultima volta davanti all'Assemblea generale delle Nazioni Unite e lo fa mentre il mondo attende il discorso di Vladimir Putin, che doveva arrivare martedì sera ed è stato continuamente rinviato fino a mercoledì mattina. Il premier italiano lancia un appello alla comunità internazionale a "non dividersi tra Nord e Sud", a rimanere uniti, ancora una volta, davanti alle provocazioni dello "zar", perché ne va del futuro di tutti. L'Italia "anche nei prossimi anni continuerà a essere protagonista della vita europea, vicina agli alleati della Nato", è il messaggio che lancia dal palco del Palazzo di vetro alle Cancellerie che attendono l'esito del voto del 25 settembre.

 

 

Ma il discorso è concentrato tutto sulla crisi ucraina, su cui Draghi ha avuto occasione di confrontarsi in mattinata al Palazzo di Vetro con il primo ministro ucraino Denys Shmyhal. Stare con Kiev, sottolinea il premier nel suo intervento, era l'unica scelta possibile. E ora che sul campo l'esercito ucraino ha conquistato un "vantaggio strategico importante", anche se l'esito resta "imprevedibile", non bisogna desistere dalla ricerca delle condizioni per la pace. E di intese, come quella sul grano, che portino a una "demilitarizzazione" dell'area di Zaporizhzhia, per scongiurare una "catastrofe nucleare". L'avanzata di Kiev, rivendica il premier, è stata possibile "anche grazie alla nostra assistenza militare". D'altronde una invasione "pianificata per mesi e su più fronti" non si può fermare "solo a parole".

 

Mario Draghi premiato a New York come "Statista dell'anno"

 

La guerra però, e le sanzioni, hanno effetti negativi sempre più ingenti sui Paesi schierati contro la Russia. Mantenere la "coesione sociale" deve essere il mantra che guida le scelte dei governi che devono continuare a perseguire la "cooperazione" come già accaduto con la pandemia Covid e nello spirito dell'ultimo G20 che ha consentito di "intensificare" anche la lotta al cambiamento climatico. Proteggere i cittadini, è l'appello che Draghi rilancia dall'Onu, chiedendo anche alla Ue di "fare di più" e di imporre quel tetto al prezzo del gas su cui ancora si stenta a chiudere una intesa. L'Europa, è il messaggio che invia Draghi a Bruxelles, dove probabilmente sarà ancora lui, in attesa del nuovo governo, a trattare al Consiglio del 20 e 21 ottobre, "deve sostenere gli Stati membri mentre questi sostengono Kiev".

 

Draghi cita anche l'ultimo presidente dell'Urss scomparso recentemente: "Nel suo discorso all'Assemblea Generale del 1988, Mikhail Gorbaciov notò come, in un mondo globalizzato, la forza o la minaccia del suo utilizzo non potessero più funzionare come strumento di politica estera. Affrontare i problemi globali - disse Gorbaciov - richiede un nuovo 'volume', per usare la sua parola, e una nuova 'qualità' della cooperazione" da parte degli Stati. La nostra reazione alla guerra in Ucraina - ha proseguito Draghi - serve a riaffermare che la violenza gratuita non può avere spazio nel ventunesimo secolo". 

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