Cina: "L'origine del Covid è una questione scientifica e non politica"
La risposta di Pechino al G7: "Abbiamo sempre mantenuto un atteggiamento aperto e trasparente"
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L'origine sull'epidemia del Covid-19 "è una questione scientifica". La Cina "ha sempre mantenuto un atteggiamento aperto e trasparente e ha assunto un ruolo guida nella cooperazione sulla sua tracciabilità con l'Oms". Un portavoce dell'ambasciata cinese a Londra, in risposta al G7, ha obiettato che non bisogna "politicizzare", ma seguire un lavoro svolto in "modo scientifico, obiettivo ed equo", glissando sulla richiesta di nuova indagine.
"Il gruppo di esperti Cina-Oms - si legge ancora nella lunga dichiarazione in cinese postata sul sito dell'ambasciata cinese a Londra - ha condotto ricerche in modo indipendente, scrivendo rapporti indipendenti, seguendo le procedure dell'Oms e adottando metodi scientifici". L'attuale epidemia "sta ancora imperversando in tutto il mondo e il lavoro di tracciabilità dovrebbe essere svolto dalla collaborazione di scienziati di tutto il mondo e non dovrebbe essere politicizzato".
I politici negli Stati Uniti e in altri Paesi "ignorano i fatti e la scienza, mettono in discussione e negano apertamente le conclusioni del rapporto del gruppo di esperti congiunto e fanno accuse irragionevoli contro la Cina, deviando completamente dallo spirito della scienza, che sono tipiche manipolazioni politiche. I Paesi rilevanti usano persino le agenzie di intelligence per rintracciare la fonte e il suo scopo politico è chiaro. Ciò può solo ostacolare la cooperazione per la tracciabilità globale e va contro il desiderio della comunità internazionale di combattere l'epidemia in modo solidale".
La Cina continuerà a svolgere attivamente la cooperazione internazionale sulla "tracciabilità" che dovrebbe "basarsi su una prospettiva globale e deve essere svolto in piu' Paesi". Il coronavirus è emerso per la prima volta in Cina alla fine del 2019 e l'Oms ha inviato un team di esperti internazionali a gennaio per sondarne le origini: il loro rapporto, la cui pubblicazione è stata a lungo ritardata, non è giunto a conclusioni definitive e da allora l'indagine ha subito critiche per la mancanza di trasparenza e di accesso ai dati.
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