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Berlino, affitti troppo alti: parte l'idea di un referendum contro i grandi gruppi immobiliari

Nella capitale tedesca il prezzo della casa è aumentato in un anno del 20%. Una raccolta firma vuole l'esproprio degli appartamenti da parte dello stato, ma l'emergenza coinvolge anche altre città europee

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A Berlino scoppia l'emergenza affitti.

Nella capitale tedesca la spesa mensile per la casa raggiunge prezzi mai visti prima. Con un budget di 700 euro al mese, un cittadino tedesco può permettersi solo un monolocale in uno dei quartieri più malfamati della città. La situazione è peggiorata a causa del concentrarsi degli appartamenti nelle mani di pochi gruppi immobiliari. Solo la società Deutsche Wohnen possiede 115 mila appartamenti. Per questo, è partita una raccolta firme contro le società immobiliari della capitale.

“Vogliamo dare un segnale di stop al capitale speculativo - ha detto Rouzbeh Taheri, uno dei promotori dell'iniziativa popolare – non può essere che queste grandi società trascinino in alto gli affitti”. L'obiettivo della petizione è raccogliere entro aprile 170 mila firme e chiedere un referendum per espropriare gli appartamenti dei grandi gruppi immobiliari. L'idea, giuridicamente poco attuabile, sta comunque scuotendo la politica tedesca. Il sindaco di Berlino Michael Muller è in trattativa con la Deutsche Wohnen per l'acquisto di 65 mila case.   

L'emergenza, però, non è nuova. Già a maggio i berlinesi erano scesi in piazza contro il rincaro degli affitti, ma da quel momento la situazione è anche peggiorata. Solo dal 2016 al 2017, i prezzi delle case sono aumentati del 20%, secondo il Global Cities Index. Per l'associazione di imprese edilizie la soluzione non è l'esproprio ma la costruzione di nuovi appartamenti accessibili per la classe media. Nella capitale si stima che manchino 300 mila abitazioni. 

Berlino non è la sola città europea che si trova a dover affrontare l'emergenza affitti. In Europa, Parigi e Londra sono le città con i prezzi degli immobili più alti. Per un bilocale arredato parigini e londinesi devono pagare più di 2 mila euro al mese. Il costo è talmente proibitivo, che nella capitale britannica si è diffuso il fenomeno delle narrow boats: vecchie chiatte nate per il trasporto di merci sui fiumi e che oggi vengono trasformate in economiche abitazioni. Questa soluzione, infatti, costa 10 volte meno di una casa su terraferma. 
 
Anche in Italia, i prezzi seguono la media delle grandi città europee. Tra tutte, la città dove le case sono più care resta Milano. Nel capoluogo lombardo, la domanda di appartamenti è in continua crescita negli ultimi anni e il prezzo medio di un monolocale resta intorno ai 700 euro, contro i 540 di Roma e Venezia.